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Un Dio “persona” al posto di quello dei filosofi e dei dottori della legge

 C’è una rivoluzione che l’incarnazione chiede a tutta l’umanità: abbandonare il Dio dei sapienti e degli intelligenti (Matteo 11,25).

Chi sono i sapienti? Sono i dottori della legge. Al tempo di Gesù erano coloro che stabilivano le “Halakhot”, cioè quello che si doveva fare. Erano i dottori dei 613 precetti che ogni ebreo doveva osservare. Purtroppo i dottori della legge ci sono ancora oggi, sebbene travestiti da cristiani. E diciamolo…..un po’ dottori della legge siamo anche noi. Certo. Lo siamo quando finiamo per condividere l’idea che ciò che ci chiede il Signore, sia soprattutto una morale. Non uccidere, non rubare, non fare ad altri ciò che non vuoi sia fatto a te, etc….Tutto ciò sembra giusto. In fondo è vero. Il Signore ci chiede di comportarci bene e di essere generosi. Ma….abbiamo visto bene cosa dicono i dieci comandamenti? Sembra che tutti quanti siano d’accordo, sul fatto che i comandamenti siano 9 e non dieci. Il primo pare non contare molto. Questo dicono (senza rendersene conto) i dottori della legge, i sapienti della Torah. “Bando al sentimentalismo. Dio non sa cosa farsene delle tue sdolcinature! Agire! Fare! Altro che sentimenti! Essere coerenti”.

Fanno loro eco gli intelligenti. E chi sono gli intelligenti? I filosofi. Coloro che interpretano la conoscenza teologica di Dio soprattutto servendosi della filosofia. Dio è “Trascendente”, al di là di tutte le cose e soprattutto è immobile. Sì, immobile, perché se si muovesse verso gli uomini, vorrebbe dire che ha bisogno di loro. Ma Dio non ha bisogno di nessuno, quindi è bello fermo, al di là di tutto, invisibile, inconoscibile, etc. Messa così sembra quasi non esserci proprio.

E invece che succede? Succede che il Signore si precipita verso gli uomini per salvarli. Assume le loro sembianze, la loro carne. E quale è il primo atto della nuova economia della salvezza? Nasce come tutti gli uomini. È un neonato e come tale è  indifeso. Bisognoso di tutto. Se immaginavamo un Dio incarnato, sulla scorta dei dottori della legge, ce lo immaginavamo con un volto corrucciato, pieno di ira per i nostri peccati. E invece, presentandosi al mondo come un neonato attira, come tutti i neonati, la nostra tenerezza, la nostra dolcezza. E la Vergine Maria impartisce a noi i suoi primi insegnamenti. Coccole a Gesù. Biribiri sul nasino per vedere se sorride. Poi più in là lo tiene per le ascelle, come tutte le mamme, per vedere se sta in piedi o se muove i primi passi. Amore. Tenerezza.  Tutto ciò nasconde la Verità ai sapienti ed agli intelligenti, come dice il Vangelo, ma la rivela ai piccoli. A loro Dio si mostra rivelando che la fede non è una convinzione ma un dialogo. Un dialogo con un Dio personale, a cui come i bambini al Padre, ci confidiamo e chiediamo. Ai dottori che immaginano la fede come un modello ideale di comportamento a cui uniformarsi, il Signore risponde: “chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno” (Giovanni 11,26). Ci si salva guardando a Lui. Entrando in rapporto con Lui. Parlando con Lui. Nel Vangelo Marta rimprovera la sorella Maria che non fa abbastanza. Sembra un dottore della legge anche lei. Ma il Signore gli risponde: “Maria ha scelto la parte migliore” (Luca 10,41). Maria se ne stava ai piedi del Signore. Lo guardava ascoltandolo, tutta spiritualmente innamorata. Dunque questo il Signore ci chiede, con la sua nascita nella carne: lasciare da parte gli ideali e guardare a lui con amore. Questa la rivelazione del Natale. Non una idea, ma un Dio che cerca il dialogo, l’incontro personale.

 

La nascita di Gesù ci riporta al primo comandamento

È strano che il Signore invece di rimproverarci ci chieda delle coccole? No, non è strano. Il primo atto della Nuova Economia di Salvezza è assolutamente simile alla prima frase, al primo atto del primo comandamento: ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore. Rivediamo bene tutto il comando del Signore:

Matteo 22,35-38

“…e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?».  Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti”.

E poi:  Marco 12,28-30

Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”.

Qui c’è un ordine preciso che viene ripetuto. Essendo ripetuto ha chiaramente un senso. E il senso è questo: prima viene il cuore. Dopo si ragionerà con la mente, come fanno i filosofi, ed i teologi. Dopo si impegneranno tutte le nostre forze, per rispettare i precetti della legge, la morale che i dottori ci insegnano. Prima di tutto l’amore fa rima con cuore. È sentimento. È la tenerezza con cui accarezziamo un neonato o facciamo la ninna nanna ad un lattante. Prima di tutto ci sono le coccole di Maria. Dopo, solo dopo 30 anni, Gesù chiederà l’amore della mente con la sua predicazione. Ma appena arrivato nel mondo, chiede le attenzioni di un bimbo appena nato. Chiede la tenerezza di cui hanno diritto tutti i neonati, perché quella è la tenerezza che Lui ha per noi. Vuole che gli si dia del tempo. Vuole stare in nostra compagnia. Vuole il nostro sentimento. Vuole il nostro cuore. Vuole che ci svegliamo la notte o la mattina presto per consolarlo, come certamente avranno fatto Maria e Giuseppe. Magari a turno come fanno tutti i genitori. Vuole che chiacchieriamo un po’ con lui durante il giorno. Con poca recitazione e molta preghiera spontanea. Vuole ascoltare le nostre pene e le nostre richieste. Vuole stare con noi in silenzio. Stare insieme è l’importante, anche senza parlare. Vuole che la nostra fede sia un dialogo.

 

Conclusioni

Il cuore è la parte che Maria, sorella di Marta, ha scelto e che non le sarà tolta. Il cuore è tutto quello che ci chiede il Signore. Dopo, solo dopo si passerà all’anima, alla mente, alle forze. Gesù sottolinea che il comandamento più importante è l’amore per Dio. Sant’Isacco di Ninive ce lo spiegherà: chi ama Dio ama anche il prossimo, e tutti i comandamenti verranno quindi di seguito.