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Fino ad ora parlando della Preghiera di Gesù, abbiamo parlato di una forma di preghiera che, nelle sue fasi iniziali, si presenta come “attiva”.  Con il tempo essa progredisce verso una componente “passiva”, in cui è la Grazia di Dio che prende il sopravvento. Tra i fenomeni passivi possiamo annoverare il “calore del cuore”, così ben descritto da Teofane il Recluso nel libro di Caritone di Valamo “L’Arte della preghiera” (e di cui abbiamo già parlato). In questo stesso libro possiamo trovare descrizioni dei passi successivi della preghiera del cuore, rappresentati da un progressivo “silenzio mentale”. Esso è frutto di un dono speciale.

 L’Esichia

Nella tradizione Ortodossa questo “silenzio mentale” viene chiamato “Esichia”. Come si può qui intuire, non si tratta di un punto di partenza ma di uno di arrivo. In questa condizione il silenzio assume quasi un carattere “palpabile”, se si può usare una espressione impropria per cercare di essere comunicativi. Esso scende nella mente e nel cuore inaspettatamente, e rallenta i processi del pensiero.

La purezza del cuore

In questa atmosfera, i pensieri parassiti, cioè i cosiddetti “Logismoi” , vengono visti ….da lontano ed anticipati. Essi così non possono entrare nella mente e nel cuore. Questo è un pinto fondamentale. Decisivo. Il fedele, infatti,  si trova ora nelle condizioni di poter coltivare la purezza del cuore con maggiore facilità. Infatti la pratica della “Nepsis”, cioè del combattimento interiore, ne risulta grandemente avvantaggiata. Se non si entra bene dentro questo aspetto non si capisce, non si può matematicamente capire l’esicasmo. La purezza del cuore permette, a sua volta, “di vedere Dio” (Matteo 5,8). E in cosa consiste questo vedere Dio? Forse Dio non è trascendente ed invisibile? Il “Nous”, la punta dello Spirito, l’occhio del Cuore, nel silenzio della Esichia percepisce, misteriosamente, la “Presenza del Signore”.  Quando il Cuore è purificato dalla Nepsis, il nostro “senso spirituale” il “Nous” è libero da ingombri, e può esercitare la sua funzione: percepire in modo invisibile e spirituale la Divina Presenza. Diadoco di Fotica ce lo insegna e ce lo conferma nei capitoli riportati dalla Filocalia. Il puro di Cuore ha quindi l’occhio terso, il Nous libero da egoismi e diretto verso Dio e non verso se stesso. In Matteo 6,22-23, si descrive questo fenomeno: “Quando l’Occhio è illuminato tutto il corpo è illuminato”.  Si comprende così meglio il senso di questi versetti. Questa Divina Presenza può farsi più o meno forte in base alla Grazia.

La ricerca del silenzio e della solitudine

Quando Esichia e Presenza diventano frequenti e profondi, si cerca un luogo solitario. Il rumore e la presenza di altre persone creano infatti un disagio che turba colui che pratica l’Esichia. Come illustra   il Metropolita di Nafpaktos Hierotheos,  nel suo testo fondamentale “Hesychia and Theology “, l’esicasmo è fondamentalmente questo. Esichia , cioè silenzio, e “Nepsis”. Il fine è la purezza del cuore e la “visione” della Divina Presenza.  Tutto molto diverso da posizioni speciali del corpo, respirazioni controllate, ripetizioni di “Mantra” cristiani…..per fare cosa, poi alla fine. Non si sa.  E’ doloroso vedere come l’esicasmo sia così stravolto  in siti web e in libri, da persone che insegnano cose che non conoscono. E che purtroppo, dato un inizio di strada già sbagliato in partenza, non possono conoscere.