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Perché il mistero?

Prima di tutto perché vi sono nelle varie redazioni, sia nell’antico che nel nuovo testamento, delle variazioni del testo. Ciò che invece rimane stabile, è ancora più misterioso nel suo contenuto. E quel che è peggio, è apparentemente chiaro, senza in realtà esserlo. È giusto così: il primo è il comandamento più importante, come Gesù stesso ci dice. Dunque dobbiamo impegnarci per guadagnarcelo, come tutte le cose che hanno valore.

 

Il confronto dei testi

Cominciamo ad esaminarlo iniziando dal testo dell’Esodo, quello che viene detto “delle 10 parole”:

“Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai” (Esodo 20,2-5).  Risulta evidente che si prescrive un comportamento e non un sentimento. E questo fa la differenza, come vedremo, in modo dettagliato nel prossimo articolo.

Vediamo il Deuteronomio, non perché qui si parli di decalogo, ma perché questi versetti vengono citati da Gesù nei Vangeli quando l’argomento sono i comandamenti:

“Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (Deuteronomio 6, 4-5).

Qui abbiamo una novità. Dio ci chiede di amarlo. Nell’esodo chiedeva al popolo di essere il solo e di eliminare le immagini degli idoli. Qui da un comportamento il Signore comincia a chiedere un sentimento profondo: l’amore. È un passaggio importante. Già questo dovrebbe far riflettere. Perché poi diventa anche preciso e specifica: “con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze”. Cita tre facoltà dell’uomo. Esamineremo nel dettaglio nel seguito della serie di articoli sul primo comandamento, il senso di ciascun appello. Proseguiamo col Vangelo di Matteo:

“Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti” (Matteo 22,36-38).

Qui al posto delle forze c’è la mente. È chiaro comunque che il Signore fa riferimento al Deuteronomio. Con una precisazione. Anzi due: si mantiene l’ordine, e cioè prima il cuore e poi l’anima. Ma poi si raccomanda di amare con tutta la mente. Infine il colpo di scena: “Questo è il più grande e il primo dei comandamenti”. Perché è il più grande? Ecco perché in questo articolo si usa la parola mistero. Ma vediamo Marco:

“Qual è il più importante di tutti i comandamenti?
Gesù rispose:
Il comandamento più importante è questo:
Ascolta, Israele!
Il Signore nostro Dio è l’unico Signore:
Ama il Signore tuo Dio
con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima,
con tutta la tua mente e con tutte le tue forze” (Marco 12, 28-30).  Dunque, qui si ha il compendio di tutte le potenze dell’uomo implicate: cuore, anima, mente e forze. In alcune versioni italiane il termine anima viene saltato, ma il testo greco è inequivocabile: c’è anche l’anima. Da notare che l’ordine di enunciazione rimane costante.

 

Quali sono i punti da approfondire?

Sono tre

1 – perché in questo comandamento sono coinvolti sempre gli stessi aspetti dell’uomo, e cioè cuore, anima, mente e forze?

2 – Perché viene seguito sempre lo stesso ordine? Esiste forse una graduatoria di priorità?

3 – Perché questo comandamento viene definito da Gesù come il più importante?

In questo primo articolo cercheremo di comprendere perché è il più importante. Nei successivi, analizzeremo una per una tutte le componenti coinvolte, cercando di dare un senso all’ordine seguito.

 

Perché è il più importante?

 Se ci rivolgiamo ai Padri della Chiesa, troveremo un aiuto fondamentale. In particolare sono San Dionigi Aeropagita ed il suo devoto commentatore San Massimo il confessore, che riassumendo con umiltà la sapienza dei predecessori, arrivarono a definire un aspetto importante della economia divina. Vi sono tre fasi nella creazione. La prima vede Dio come tale al di fuori del tempo e dello spazio. La seconda è descritta dalla genesi, e corrisponde alla creazione biblica di tutte le cose, e dell’universo. La terza corrisponde al movimento di tutto il creato verso Dio. Tutti tendono a Dio. In particolare verso il Figlio di Dio, per mezzo del quale tutte le cose sono state create. Nulla può sussistere se non contemplando riconoscente Colui che ci ha creati e Colui per mezzo del quale siamo stati creati. Ed è lo Spirito Santo, che orienta questo movimento verso la giusta fonte dell’Amore. L’uomo però è dotato della libertà. Può scegliere di cambiare tragitto. Può scegliere di rifiutare l’azione dello Spirito. E deviare. Purtroppo, questo vorrà dire rimanere fuori da quella che si profila lentamente, come il completamento dell’opera creativa di Dio. Infatti oltre la morte, dopo il ritorno del Figlio, Dio sarà tutto in tutti (1 Corinzi 15,28). Dunque il primo comandamento è il più importante, perché orienta alla salvezza. Inserisce l’uomo nella corrente dello Spirito Santo, donato a tutta la creazione dal sacrificio di Cristo. È un dono che ci permette di guardare al Padre ed al Figlio, andando così verso la direzione dell’eternità gloriosa. Quella in cui la materia sarà intimamente unita allo Spirito, come Gesù mostrò a Giacomo, Pietro e Giovanni sul Tabor.

 

Conclusioni

Come si potrà immaginare, ci sarebbero molte altre cose da dire. Tuttavia ci sembra che questo primo passo verso il primo comandamento si possa riassumere così:

va studiato a fondo, nelle sue singole componenti, come nell’ordine in cui esse sono disposte, perché è il comandamento che orienta solidamente il movimento della nostra vita verso Dio, e verso la salvezza che viene da Lui.