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Il Messia annuncia il Regno di Dio

Meditiamo insieme il seguente passo del Vangelo:

“Interrogato dai farisei: «Quando verrà il regno di Dio?», rispose: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!» (Luca 17,20-21).

Non è un passo facile da comprendere. Il fatto che il Regno non si presenti in modo eclatante, si può comprendere. Ma che sia già in mezzo a noi, mette obbiettivamente in difficoltà. Forse Gesù vuole alludere alla sua persona? Probabilmente c’è anche questo significato.  A complicare però le cose c’è poi chi, come Lev Tolstoj, traduce “Il regno di Dio è dentro di voi”.  Eppure tutte e due le traduzioni potrebbero andare bene. Il mistero si infittisce. Per comprendere la Sacra Scrittura è molto utile rivolgersi ai padri. Forse questo passo di Massimo il Confessore, contenuto nella Filocalia (Volume 2, “Duecento Capitoli – Prima Centuria, N° 50) ci potrà aiutare (ma  non spaventatevi nel leggere, tutto verrà spiegato dopo) :“Tutte le cose immortali e la stessa immortalità, tutti gli esseri viventi e la vita stessa, tutte le cose sante e la santità stessa, tutte le cose virtuose e la virtù stessa, tutte le cose buone e la bontà stessa, tutte le cose che sono e l’essere stesso, sono manifestamente opere di Dio. Alcune però hanno cominciato ad essere nel tempo: ci fu infatti un tempo in cui non c’erano. Le altre non hanno avuto alcun inizio temporale: non ci fu mai, infatti, un tempo nel quale non esistessero virtù, bontà, santità, immortalità. E le cose che hanno cominciato nel tempo sono e si definiscono – …. – per la loro partecipazione a quelle che non hanno cominciato nel tempo”.

Mamma mia! A leggere questa cosiddetta spiegazione tutto si ingarbuglia di più. Ma che vuol dire? Verrebbe voglia di parlare a San Massimo e di dirgli: “San Massimo, ma non potresti spiegarti con parole più semplici? Le cose che hanno cominciato nel tempo, quelle che non hanno cominciato, la partecipazione….ma insomma, a che ci serve tutto questo parlare filosofico…Non sarebbe meglio scrivere come si mangia?

“Ma questo è il linguaggio dei teologi!” Risponderebbe San Massimo. “Si vabbè, ma il popolo deve capirci qualcosa. Suvvia dacci qualche spiegazione un po’ alla nostra portata e smetti di parlare difficile. “Lo farò con dei semplici esempi”, dice San Massimo, “vieni con me in Chiesa…Cosa fanno quelle due signore?” “Cantano. Cantano un inno liturgico”. “Giusto! Questo è quello che vedi e che senti. Due signore in Chiesa che cantano. Vedere e sentire sono sensi del corpo. Dunque stai parlando di ciò che ti dicono i tuoi occhi e le tue orecchie. Bene. Passiamo a qualcosa che si capisce” Dice San Massimo. ”Cosa capisci di questa situazione?”  “Sono due cantori”.  “Bene, e che fanno cantando due cantori?” “Ci sono! Partecipano alla liturgia!” “Bravo! E due Cantori che partecipano alla liturgia cantando, cosa comprendi che stiano facendo?” “Mmmmh…è difficile…” “Suvvia! Fai un piccolo sforzo. Cosa fanno due Cantori che cantano in una liturgia?” “Forse sbaglio…ma a me viene da dire che servono il Signore!” “Bravo! Finalmente ci sei arrivato! Vedi” Dice San Massimo” Servire il Signore è una virtù. Senza rendertene conto e forse su suggerimento del tuo Angelo Custode, sei passato da quello che si vede con gli occhi e si sente con gli orecchi, a quello che si “capisce”. Cioè dalla realtà sensibile e materiale, a quella spirituale delle Virtù. Ora ti domando: quanto dura il canto di questi due Cantori?” “ Beh… il tempo di una liturgia, suppongo” “Bene, hai risposto giusto. Il fatto di cantare dura fino a che si canta, poi passa e le due signore che cantano, finita la liturgia, vanno a casa a preparare il pranzo per la famiglia” Risponde San Massimo. “Ma ora dimmi, quanto dura la Virtù di servire il Signore?”

“ Bah….come il canto…finisce tutto subito…”. “”Ah si?” Risponde San Massimo il Confessore “Sei un po’ materialista e ti dimentichi quello che Gesù ha detto nel Vangelo di Matteo Capitolo 6 e versetti 19 e 20:” Non accumulate tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano”. “ I tesori che si accumulano nel cielo” Continua il Santo” Sono appunto le Virtù, come appunto il servire il Signore, che il Signore stesso ci spiega che durano in eterno perché appartengono al cielo, si accumulano in cielo . Dunque le due signore hanno smesso di cantare, ma la Virtù di servire il Signore rimane, perché è celeste ed eterna. Comprendi adesso?” “Si ora capisco e riconosco che è vero. Nella nostra fede quando moriremo non ci porteremo dietro il conto corrente della Banca, ma, se ne avremo, la nostra anima sarà adornata delle Virtù che avremo fatto nostre….” “Di cui abbiamo partecipato” precisa San Massimo, continuando “Comprendi? Ecco spiegata la parola “partecipare” che hai visto sopra e che non capivi: i cantori, servendo il signore con il canto nella liturgia, partecipano della virtù eterna del servizio divino.  Va meglio ora? “Sì va meglio. Comincio un po’ a capire.” “Bene” dice San Massimo” Ora guarda quel signore, che fa?” “Mette delle monete nel paniere delle offerte” “Bene” E come si chiama questo gesto?” “Questo è facile! Si chiama Elemosina! Ci sono!  Il fatto di mettere delle monete nel cesto lo si vede, e quindi è materiale, e svanisce appena compiuto, ma rimane quello che “si capisce”, cioè la Virtù della Elemosina. Quella non svanisce ma dura, perché la Misericordia appartiene al cielo e quindi è eterna!”  “Era l’ora!” Prorompe San Massimo “Vedo che mettendoci un po’ di buona volontà riesci a comprendere”. “Si va bene. Ma che c’entra tutto questo col Regno di Dio?” “C’entra” Risponde San Massimo “Subito dopo il capitolo 50 che hai citato sopra c’è il 54, nel quale spiego che chi compie opere sante comincia a contemplare le realtà eterne…un po’ come hai fatto tu ora! Non è una cosa esclusiva dei grandi Santi. Tutti, se fanno un cammino spirituale, possono contemplare le realtà celesti sulla terra, come abbiamo fatto noi ora. In poche parole, cominciano a vedere il Regno di Dio che sta in mezzo a noi”. “Ma allora il Regno dei cieli sono le Virtù?” “No” Risponde San Massimo ”Non solo le Virtù, ma tante altre cose. Intanto, però, cominciamo da queste per capire”. “ Non ci avevo mai pensato, ma adesso mi rendo conto che possiamo contemplare l’eterno già ora in questa vita. Ma dimmi San Massimo.  Le Virtù sono proprie degli uomini. Ma il resto della Creazione? Rocce, Piante, animali?” “Continuiamo con gli esempi” Risponde San Massimo” Guardiamo questo tramonto…” “Ma è bellissimo San Massimo! Il cielo, le montagne, e perfino gli alberi, tutto sembra dorato!” “E questo è niente” Esclama San Massimo” Se proviamo a vedere da vicino tutte le cose  del creato, rimarremmo stupefatti, per la perfezione con cui sono state create. E tutti esclamiamo: Che bello!!” “E’ vero!” “Tutta la creazione è bellissima” Continua il Santo” e la Bellezza che riconosciamo nella perfezione con cui è creata ogni cosa è una virtù divina e quindi eterna!”

 

Come fare per scoprire l’eterno nel tempo?

“Bene, San Massimo, sto cominciando a capire. Ma ora ci sono riuscito con il tuo aiuto. Come fare quando si è da soli?” “ Ci aiuta il cammino nello Spirito” Risponde il Santo confessore ”Si tratta di vivere con una certa regolarità i sacramenti e la preghiera, i digiuni prescritti dalla Chiesa e le opere di misericordia. In fondo è la normale vita di un comune credente. Attraverso il cammino nella fede il cristiano affina due importanti capacità.” “Quali sono=” “Sono l’attenzione e l’interpretazione” Risponde San Massimo “Ah! E’ vero! Il dottore mi ha segnato dei flaconcini di Fosforo perché mia moglie dice che sono sempre distratto e dimentico le cose!” “Ma no! Che hai capito! Diciamolo, sei sempre un po’ materialista. No l’attenzione di cui parlo è un’altra cosa” Esclama San Massimo, “Quando l’anima inizia un po’ a purificarsi, comincia a notare i comportamenti positivi degli altri, e la perfezione delle opere di Dio. Prima si era intenti a criticare e ad adirarsi, se qualcuno ci metteva i bastoni tra le ruote. Piano piano l’occhio interiore comincia ad aprirsi, ed a “vedere”, cioè a notare, a scoprire, in una parola a fare attenzione. In cosa consiste infatti l’oscuramento del nostro occhio interiore? Consiste nella distrazione. Le passioni infatti ci dirigono verso ciò che le soddisfa. E noi rincorriamo quello a cui esse mirano, distraendoci da ciò che conta. Se le passioni si smorzano, ecco che facciamo attenzione ad altro, cioè a ciò che vale, a ciò che è eterno. Ma non basta. I padri parlavano anche di Interpretazione.” “Perché interpretazione? Cosa c’entra?” “C’entra. Essi parlavano di Teoria della Natura, dove il vocabolo Teoria vuol dire anche interpretazione”.

“Ma insomma San Massimo! Adesso ricominci con i termini filosofici. Spiega meglio!” “Ma no, è molto semplice! Quando ti ho mostrato quel signore che durante la liturgia metteva delle monete nel paniere, tu hai interpretato quel gesto e hai detto: si tratta di una elemosina. Giusto?” “Si è vero, ora ricordo” “ E quando ti ho chiesto cosa facevano le due signore che cantavano tu, ad un certo punto, hai detto: servono il Signore. Giusto?” “Giusto” “ E appunto questo è l’interpretare: capire il significato di un gesto o di una cosa, comprenderne il senso. Senza comprendere che si tratta di una elemosina, il gesto di mettere delle monete in un paniere, non si capisce! Giusto?” “Giusto, San Massimo” “Ecco, tutto qui. Si tratta quindi di far caso alle virtù ed alla bellezza e di saper comprendere il senso di azioni e cose. Nulla di più” “Sì è vero. Tutto è in realtà molto semplice per un cuore che si purifica, un po’ meno per il cuore distratto, come hai detto tu San Massimo” “Aggiungerei che più ci si avvicina al Signore e più si è felici. Il perché è presto detto: più siamo orientati verso Dio e più riusciamo a vedere intorno a noi ,la bellezza dei fiori delle virtù, e questo dà gioia” .

 

Conclusioni

Torniamo dunque al famoso brano del Vangelo: “Il Regno di Dio è in mezzo a voi” (o dentro di voi). Adesso questa frase si comprende un po’ meglio, anche se il discorso è appena iniziato. Infatti San Massimo continuerebbe a parlare perché, ci ha spiegato, il discorso è appena iniziato e molto ci sarebbe ancora da spiegare.  Ma gli abbiamo chiesto intanto di fermarci qui, e di concederci  un po’ di riposo.