Home English EN French FR German DE Greek EL Italian IT Portuguese PT Romanian RO Serbian SR Spanish ES

Intervista a Nektaria Savioli, iconografa cretese, che vive ed insegna la sua arte a Firenze

 

 La vocazione e la scoperta delle icone

– Cara Nektaria, ci vuoi raccontare come è nata la tua vocazione a fare l’iconografa?

L’arte in ogni sua espressione mi incuriosiva sempre, ed avevo un interesse particolare per la pittura. Ho fatto varie esperienze pittoriche, ma quando ho conosciuto l’Iconografia Bizantina l’interesse per il resto è calato e mi sono concentrata su questa. È stato un amore a prima vista. Mi sono piaciuti subito la tecnica, i materiali, i simboli, ma soprattutto la spiritualità. Mi si è aperto un nuovo mondo, pieno di colori, armonia, creatività e rapporto stretto con il Dio.

– Quale è stato a suo tempo l’errore degli iconoclasti?

Il non aver capito che un’icona rappresenta il Signore con forme e colori, come fa il Vangelo con la scrittura.

 

– Quale è la differenza tra un’immagine sacra ed una profana?

Io non parlerei di differenze. Sono due cose diverse. L’immagine sacra o meglio l’iconografia, rappresenta il Cristo, la Madonna, i santi e gli angeli. Essa ci aiuta ad avvicinarci al Signore. Le immagini profane invece, sono quadri moderni, fatti e creati con alcuni materiali comuni con quelli usati nella iconografia.

 

– Ci sono differenze tra le varie immagini sacre?

Si, certo. Ci sono differenze nella tecnica, nei materiali, nel disegno, in tutto.

 

La Divino-Umanità nelle icone

– Perché una icona è diversa da una statua?

La statua vuole creare una rappresentazione simile alla forma naturale umana, mettendo così limiti e possibilità di confronto. L’icona invece, trasporta chi guarda su un’altra dimensione, quella divina. L’obbiettivo non è quello della somiglianza con la natura, con la quale l’icona non può essere comparata. Essa si nutre del divino, di infinito.

– Perché le icone sono dipinte sempre o quasi con lo stesso stile? In cosa consiste lo stile cretese?

Sono quasi sempre con lo stesso stile, perché devono seguire alcune caratteristiche nella tecnica e nella rappresentazione dei temi. Devono conservare la cultura bizantina e la spiritualità.

Lo stile cretese è nato sull’isola di Creta verso il 1200 e voleva unire il severo e tradizionale stile bizantino con quello latino. La tecnica è arricchita con forme più armoniose e nuovi colori. Da quella scuola cretese sono nati alcuni dei più famosi iconografi. Le loro icone sono ora in tutti i musei, chiese e monasteri. Lo stile cretese era particolarmente amato a Venezia.

 

– Perché alcune icone sono dette “miracolose”? Quale è la più famosa secondo te?

Secondo me, tutte le icone ortodosse sono miracolose. Tutte hanno una grazia speciale, perché in tutte si fa presente Dio. Alcune sono diventate famose perché si è parlato di cosa è accaduto intorno ad esse, ma….dei miracoli succedono ogni giorno nelle nostre case e nelle chiese. In tutte le parti dove ci sono icone ortodosse e persone che pregano con il cuore per i loro problemi e dolori, avvengono fatti straordinari. Allora …la più famosa per me, è quella che ognuno di noi ha a casa propria.

– Che differenza c’è tra un’icona ortodossa ed un’immagine sacra cattolica?

Un’icona ortodossa vuole unirci con il Signore. Ha anima, ha vita. I colori, le forme e le misure, anche se sono “strane”, ispirano armonia e spiritualità. Invece l’immagine “sacra” cattolica, segue severamente le regole della pittura classica, i suoi colori ed il suo disegno sono il risultato di un ritratto umano e non divino.

 

La tecnica

– Quali sono gli aspetti tecnici più importanti che caratterizzano la realizzazione di un’icona?

Secondo me, iconografa bizantina, l’aspetto tecnico più importante…è tutto. Dal primo passo, e cioè da un semplice pezzo di legno, fino l’ultimo passo quando abbiamo un’icona perfetta…tutto è importante. Di grande rilievo sono i materiali, che devono essere naturali. Importante è la preparazione della tavola che, insieme alla pittura, risponde ad una simbologia particolare. Poi c’è la doratura, che non si deve esagerare o eliminare, e quindi il disegno. Ma importantissima è anche la preparazione mentale, la preghiera, la pazienza e l’amore che ogni iconografo mette nel suo lavoro.

– Quale testo consigli in greco ed in italiano per chi volesse approfondire il tema delle icone?

Io ammiro sempre la tecnica e quindi posso dire che per la parte tecnica e poco per la teoria il miglior libro in greco è ΕΚΦΡΑΣΙΣ , di Φώτης Κόντογλου.

Grazie Nektaria per la tua collaborazione