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Talvolta è una sorpresa. Si arriva in un monastero dell’Athos, si comincia a parlare con qualche monaco, e può succedere di sentirsi interrogare. E ci si può stupire. Molti cercano di fare esperienza all’Athos, perché seguono il filo della preghiera di Gesù o dell’esicasmo. Ma l’Athos è il cuore della Ortodossia, che prima di tutto è “Retta Opinione”. Come dice il nome stesso. Si pensa alla preghiera, ma non si pensa che la preghiera nasce dalla verità.  Il Signore cerca adoratori, certamente, “ma in Spirito e Verità” (GV 4,23).  Il problema non nasce da come è fatta l’Ortodossia, ma da come si è ridotto il Cristianesimo Occidentale, sia Cattolico che Protestante. L’esperienza personale di tanti anni, dobbiamo dire dolorosa, è quella di Pilato. Si suggerisce ad un cattolico, anche impegnato, l’importanza della verità e la risposta è: “Cosa è la Verità?”. Una risposta che involontariamente ripete a pappagallo la risposta di Pilato nel Vangelo di Giovanni 18,37-38:” Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce. Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?».  Dunque Gesù rende testimonianza alla Verità, e Pilato quasi lo irride. “Che cos’à la Verità….”E’ l’opposizione di sempre tra Fede Cristiana e Paganesimo. La prima testimone come Cristo che la Verità c’è, è arrivata, ed è il Signore Gesù che salva. Dall’altra parte il paganesimo “relativista”: ci sono tanti Dei, ognuno può scegliere il suo. Una Verità assoluta, con la V maiuscola non esiste. Ecco di chi si prendono le parti, quando si risponde come Pilato. Ma non basta. Anche al tempo di Gesù esistevano gli “eretici”, ed erano i Samaritani. E Gesù cosa dice dei samaritani? Dice forse “Siamo fratelli, figli dello stesso padre, lasciamo da parte le differenze?” No alla samaritana al pozzo in Giovanni 4,22 dice: ”Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei”. I Giudei avevano la Verità che salva, i Samaritani no. Dunque una è la Verità ed una è la salvezza.  E l’argomento è importante. Fondamentale. Non si può rispondere “Che cos’è la Verità?”.  Gesù con una frase lapidaria, indimenticabile, mette in rapporto la conoscenza con la salvezza. “Noi adoriamo quello che conosciamo”. E poi “La salvezza viene dai Giudei”: Cioè da noi, che conosciamo Dio. Non ci sono sconti. Gesù apprezza in più punti del Vangelo i Samaritani. Non ha un atteggiamento di condanna, ma sa cogliere il buono in loro, talvolta migliore di quello dei Giudei, come nell’episodio del Buon samaritano, ed in quello dei 10 lebbrosi. Però non cede sul punto basilare: Dio lo conosciamo noi e non voi, e la Salvezza viene quindi da noi e non da voi.  In un certo senso è l’attitudine che hanno molti monaci dell’Athos, nei confronti dei Cattolici e dei Protestanti che vanno a trovarli. Apprezziamo il vostro impegno e la vostra fede. Talvolta encomiabile ed eroica. Ma la pienezza della Verità sta nella Chiesa Ortodossa. Dobbiamo vedere questo, non come una mancanza di accoglienza. Al contrario. Si tratta di un aiuto sincero alla riflessione. Infatti nella società attuale, un po’ tutta e non solo nelle Chiese, si è perso il senso della Verità. Ognuno può, in fondo, avere la propria verità. Ciascuno ha il suo percorso, come le proprie idee. Tutto è relativo nella società occidentale. Ci sono Festival delle Religioni, dove si possono ascoltare le voci dei leader di un po’ tutte le fedi. Come al supermercato possiamo, in quelle occasioni, allungare il braccio e scegliere dal banco, quello che ci piace di più. Un po’ di questo, un po’ di quello.  Molti monaci Athoniti allora ci interrogano. Ci vogliono far pensare. Vediamo insieme da dove può nascere la differenza e perché.

 

La fede come esperienza di guarigione versus la Fede come complesso strutturato di idee

Una possibile ragione dei due diversi modi di affrontare la fede, potrebbe essere questa: per molti ortodossi la Chiesa è una Clinica dove l’uomo può curarsi dalla malattia spirituale del Peccato Ancestrale. Per molti Cattolici, invece, prevale, coscientemente o meno, il principio del consenso della ragione. Secoli di Teologia Scolastica non si possono cancellare con un concilio. Per secoli la tendenza è stata quella di trasformare il Cristianesimo in un sistema di idee. Fino a circa la metà del ‘900 questo sistema sembra aver sostanzialmente retto. Non solo, ma ha convissuto con molti Santi, che, sostenuti dalla fede popolare, hanno davvero avuto una esperienza più o meno profonda dello Spirito. Nel contesto di un complesso strutturato di “Concetti Religiosi”, si possono però inserire concetti compatibili provenienti da altre religioni. Questo il fenomeno che sembra aver preso piede nel mondo latino, dagli anni ’50 del ‘900 in poi. “Le idee vanno tutte rispettate”. La fede viene allora trattata alla stregua della Democrazia. In Democrazia, si sa, ogni idea deve essere rispettata. Dire “La mia fede è quella vera”, corrisponde ad intolleranza, incomprensione.  Con le idee entrano in gioco i valori della tolleranza e del rispetto. Se la fede invece è una esperienza è legittimo chiedersi: “Quale strada mi porta all’esperienza di Dio? Se ci sentiamo malati nello Spirito, è legittimo chiedersi: Chi è il vero medico? Ha la laurea o è un fattucchiere?” E ancora: “Questo percorso di conoscenza mi porta alla guarigione?”

Nel primo caso tutte le opinioni possono essere legittime, nel secondo alcune portano a guarigione, altre no. Alcune vengono utilizzate altre no. Il Vangelo per questo è molto chiaro. In Giovanni 8, 31-32 troviamo” «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Per Gesù conoscere la Verità produce una esperienza di guarigione e di libertà dalle passioni. E la Verità è una, non sono molte.

 

Il problema del “Filioque”

E la Verità manca. Manca prima di tutto come informazione. A titolo di esempio possiamo esaminare un po’ da vicino, quella che fu l’occasione dello scisma tra Chiesa Cattolica Romana e Chiesa Ortodossa.  Per esperienza personale, molti cattolici sono convinti che il Credo Niceno-Costantinopolitano che recitano la domenica a messa, corrisponda esattamente al “Credo” definito prima al Concilio di Nicea e poi al Primo Concilio di Costantinopoli. Così sta esplicitamente scritto nei fogli che vengono distribuiti ai fedeli, la domenica. La stessa versione la si può trovare nelle prime pagine del Catechismo della Chiesa Cattolica. Su quella versione prende le mosse e si struttura tutto il libro. Su una versione che, purtroppo, non è quella dei due concili. Non è il credo Niceno-Costantinopolitano. Non lo è perché al momento in cui il Credo affronta lo Spirito Santo la vera versione, quella antica recita “ ….che procede dal Padre”. Stop. Secondo i Padri Conciliari di Nicea e di Costantinopoli, lo Spirito procede solo dal Padre. Invece, nella versione attribuita ai due Concili dalla Chiesa Cattolica, c’è una aggiunta:”….che procede dal Padre e dal Figlio”.  In latino Filioque, e dal figlio. Da qui la vicenda della divisione delle due Chiese nel 1054.

Assolutamente NON si tratta della….versione latina del Credo Niceno-Costantinopolitano. Non è infatti una traduzione in altra lingua dal greco. Si tratta di una AGGIUNTA. Una aggiunta fatta intorno al 1000 dopo Cristo, e cioè, più di sei secoli dopo il Concilio di Costantinopoli.

La Chiesa Romana, dopo l’occupazione dell’Italia ad opera dei Franchi, ha aggiunto questo ….e dal Figlio nel Credo, SENZA UN CONCILIO CHE LA AUTORIZZASSE., in modo definitivo intorno al 1000 dopo Cristo.

L’aggiunta fu considerata ufficialmente Dogma della Chiesa Cattolica soltanto nel 1245 nel Concilio di Lione. Concilio che riunì i soli vescovi occidentali e NON riguardò la chiesa Orientale, già separata da tempo.  Si ricorda che il Concilio di Nicea si svolse nel 325 e quello di Costantinopoli (il primo) nel 381. Circa 9 secoli prima!

Ma perché tale aggiunta? Il motivo è semplice quanto doloroso. Nel 750 dopo Cristo l’Italia fu invasa dalle truppe del popolo dei Franchi che ne prese possesso. Questa nazione era Cristiana, ma portatrice di una eresia trinitaria.  Aveva appunto aggiunto il famoso “…e dal Figlio” nel Credo. Non si sa esattamente come questa eresia sia nata. Ci sono varie ipotesi, che qui non serve elencare. Ma era abbastanza comune che le popolazioni barbare che invadevano l’Italia, portassero con sé delle eresie. Era già successo con i Goti, che erano Ariani, e non credevano alla divinità di Gesù Cristo. I Franchi, avendo il bastone del comando, cercarono di imporre al Papato la loro eresia trinitaria, con vicende alterne. Ne nacque una prima controversia con la Chiesa di Costantinopoli, che vide come protagonista il Patriarca Orientale Fozio. Si può dire, però, che in linea generale il Papato ed il popolo romano resistettero alle pressioni dei Franchi. Ma dopo il 1000 furono eletti papi del Nord Europa e la resistenza cessò. Il Credo, contenente il famoso “…e dal Figlio” fu cantato in Vaticano e si misero le fondamenta dello Scisma. Scisma che avvenne nel 1054 quando il Cardinale Marcello, partì da Roma e giunse a Costantinopoli, portando un libello di scomunica. Scomunica comminata “Per aver tolto il Filioque dal Credo” (sic!). In sintesi:

  • E’ stata la Chiesa Romana a staccarsi dal tronco della Chiesa Apostolica e non viceversa.

QUESTA LA STORIA. QUESTI I FATTI CHE TUTTO IL MONDO ACCADEMICO CATTOLICO CONOSCE BENE.

 

Perché, allora, non si spiega nulla di tutto ciò ai fedeli? Perché persino intellettuali, al pari del popolo, credono che la Chiesa Ortodossa se ne sia andata rifiutando il Credo Ufficiale della Chiesa, mentre in verità è avvenuto esattamente il contrario? Perché nella pagina dedicata al Credo nel Catechismo Cattolico, giunti al fatidico “…e dal Figlio”, non si avverte con una nota che si tratta di una aggiunta approvata ufficialmente solo a Lione nel 1245? Perché si intitola il Credo come Niceno-Costantinopolitano, mentre non lo è? I Cattolici che leggono queste righe dovrebbero chiedersi con onestà: perché mi è stato dato da re citare un falso credo Niceno-Costantinopolitano?

La spiegazione è semplice: a parte definizioni ultramoderne e discutibili di Chiesa, la definizione tradizionale dice a chiare lettere:

La Chiesa è definita dalla Unità della Fede e Dei Costumi”.  Se il Credo è diverso la Chiesa è diversa. E poiché tra Chiesa dei Franchi e originaria Chiesa di Roma non vi è lo stesso Credo, la attuale Chiesa Cattolica Romana NON è la stessa della Chiesa di Pietro.

Essendo il Credo diverso, manca la continuità con la Chiesa di Pietro con cui si rivendica Potere ed Autorità su tutte le Chiese.

E non è il solo problema. Secondo alcuni dei primi sette Concili Il Credo, Simbolo della fede, assolutamente non poteva essere modificato, neanche per un diverso modo di dire. Il concilio Costantinopolitano Secondo comminava la pena della riduzione allo stato laicali per I vescovi che operavano cambiamenti, interrompendo così la successione Apostolica. La successione Apostolica consiste nella serie di ordinazioni dei Vescovi. Un Vescovo ordina il Vescovo più giovane, questo un altro Vescovo etc. Questo lungo tutte le generazioni, assicura la continuità nella Chiesa ed il radicamento cin la Chiesa di Gesù e degli Apostoli. SE LA CONTINUITA’ APOSTOLICA MANCA PERCHE’ NELLA CATENA UN VESCOVO E’ STATO CONSIDERATO DECADUTO DAI CANONI (LEGGI) STABILITI DAI CONCILI, NON SI E’ PIU’ LA CHIESA DI PIETRO.  PERCHE’ SI E’ INTERROTTA LA CATENA, LA CONTINUITA’. SI E’ STABILITA UNA FRATTURA. SI DIVENTA ALTRO. SI DIVENTA UN’ALTRA CHIESA.

Si è voluto dare un quadro storico dei fatti, unitamente ad alcune considerazioni sulle conseguenze di questi fatti, alla luce del diritto canonico. Naturalmente questo va al di là di possibili accordi tra le Chiese. Si tratta del punto di partenza, dei fatti storici da cui è inevitabile partire. Va, a questo fine, considerato il Concilio di Firenze del 1439. Vi fu in quell’ambito un tentativo di accordo sulla questione del Filioque. Accordo necessario alla Chiesa di Costantinopoli per ottenere un aiuto contro i Turchi che minacciavano la Città. L’accordo fu sconfessato dal popolo di Costantinopoli e da uno dei vescovi che parteciparono al Concilio, Marco di Efeso. Si preferì la minaccia potente dei Turchi contro la città, a quella che si giudicava come una eresia. Marco di Efeso ebbe di fatto la meglio ed è considerato Santo dalla Chiesa Ortodossa. Il tentativo di unione quindi fallì.

 

Le false soluzioni del problema

 Per chi non ha voglia di fare fatica, e di cercare con impegno la Verità, sono pronte alcune false soluzioni. Vediamone un paio:

 1. La differenza tra Chiesa Ortodossa e quella Romana, è un falso problema, dovuto soltanto a problemi politici

Risposta: Se così fosse stato tutto si sarebbe risolto con il Concilio di Firenze, quando, di fronte al bisogno generato dalla minaccia turca, Il sovrano di Costantinopoli era ben disposto ad appianare ogni differenza. Non è successo, perché, come abbiamo detto, il popolo non ha voluto cedere a quella che considerava una eresia trinitaria. Cioè il dibattito è stato spostato dal piano politico a quello teologico, perché quella era la reale natura della divergenza.

2. Si risolve tutto interpretando il Filioque nel senso di: “Per mezzo del Figlio”.

Risposta: Sarebbe possibile, previo un accordo ufficiale tra le Chiese, che richiederebbe un concilio condiviso di tutt’e due le tradizioni. Non crediamo proprio che basti un “Accordo tra capi”.  Di fatto, ora come ora, “…generato dal Figlio” non è inteso in quel senso. Il Dogma Cattolico si riferisce alla generazione in quanto tale, come dicono le parole stesse. Quindi il problema continua a sussistere. Il “Per mezzo di”, è stato l’argomento di molti tentativi di armonia teologica. Ma le parole stesse del Credo Latino,  scoraggiano questa prospettiva.

Per una conoscenza maggiore di questo problema, cioè della distinzione tra “Filioque teologico” e “Filioque economico”, cioè tra “generato” e “per mezzo di”, si può leggere questo articolo di Claude Larchet, molto preciso e puntuale:

A proposito del Filioque :

https://www.oodegr.com/tradizione/tradizione_index/dogmatica/FilioqueLarchet1.pdf

 

Invece per i riferimenti  storici connessi col problema del Filioque, in inglese:

John Romanides , Franks, Feudalism and Doctrine https://milos.io/wp-content/uploads/2020/11/FRANKS-ROMANS-FEUDALISM-AND-DOCTRINE.pdf

 

In ogni caso la soluzione del problema del Filioque non riguarda questo Blog, che non ha né competenze né mandato per un dialogo ecumenico. Da questo punto di vista bisogna sottolineare che il Dialogo tra Patriarcato di Costantinopoli, da cui dipende l’Athos, e la Chiesa di Roma, risulta piuttosto avanzato. Molti Monasteri Athoniti accettano la strategia del Patriarca Bartolomeo, volta ad appianare le divergenze e ad approdare ad un riconoscimento reciproco dei sacramenti.  Tuttavia ogni rapporto di amicizia e di fraternità, si basa sulla reciproca accettazione della verità dei fatti. Quello di cui abbiamo parlato, ci teniamo a dirlo, è il succedersi degli eventi storici. Su questi non ci può essere discussione. La storia è quella. Chiarito quello che è veramente successo, ognuno avrà in mano le informazioni che potranno permettere una decisione. Molti monaci dell’Athos, dopo che si è creata una certa confidenza, ricordano ai visitatori cattolici l’esistenza del problema del Filioque, e di altri problemi che fino ad ora hanno diviso le due Chiese. Si tratta di un invito alla riflessione ed alla consapevolezza.  Il nodo fondamentale è appunto suscitare il rispetto per la Verità. Verità Storica e Verità Teologica. Quindi quello che qui si vuole descrivere, è l’amore per la Verità e per la Teologia, tipici dei monaci dell’Athos. Per essi il sentire spirituale e la stessa ricerca di Dio parte dal Tesoro Teologico lasciatoci in eredità dai Padri della Chiesa. Fuori dal dettato della tradizione, la cura dell’anima risulta prescritta da un medico senza laurea. Nella Spiritualità dell’Athos infatti, ricerca della santità, spiritualità e Teologia risultano strettamente connessi.

 

L’Ecumenismo con i non Cristiani

Capitolo doveroso, dal momento che non pochi occidentali arrivano all’Athos, sulla base di suggestioni interreligiose a volte francamente bizzarre. E’ infatti sorprendente osservare l’incredibile superficialità, con cui vengono accostate esperienze spirituali letteralmente agli antipodi. Ora, se è vero che alcuni monaci Athoniti accettano oggi la possibilità di una unione con i Cattolici. E’ vero altrettanto che ciò non è nemmeno pensabile, con una qualsiasi delle religioni non cristiane. Non solo, ma queste ultime non sono nemmeno utili ad inquadrare, anche soltanto per alcuni aspetti, la Spiritualità dell’Athos. E’ vero che i Padri della Chiesa ritenevano fosse vera la dottrina del “Logos Spermatikos”, per la quale alcuni semi di verità, sono presenti in tutte le religioni. Tuttavia il Padre Spirituale non è la stessa cosa dei “Maestri” delle tradizioni iniziatiche. La Benedizione del Padre Spirituale non è una iniziazione, cosa che invece troviamo nei Maestri di altre tradizioni.  L’allievo di un “Maestro Tradizionale” cerca ed ottiene una conoscenza, Il Monaco cerca di ascoltare la voce dello Spirito Santo, ed il Padre Spirituale lo aiuta con la sua esperienza di discernimento. Il fine di un percorso iniziatico Tradizionale è la conoscenza, quello del Monaco Athonita è l’Unione con Dio.  La preghiera di Gesù non è un mantra e non è lo Yoga del Cristiano, perché non si occupa di attivare dei chakra, e si rivolge ad un Dio che si crede presente.  L’illuminazione propria della Theosis   non è simile all’illuminazione buddhista, l’ascèsi dell’Athos non ha lo stesso fine di quella di uno yogi.  Il Dio dei cristiani è una trinità, mentre quello dei mussulmani non lo è. I Buddhisti non capiscono la croce di Cristo, perché tutti i loro sforzi sono volti ad evitare la sofferenza. Nel suo libro “Il Risveglio Spirituale” San Paissios dell’Athos condanna senza mezze misure l’ecumenismo con i non cristiani, definendolo “Satanico” (Spiritual Awakening – Holy Monastery Evangelist John the Theologian Publisher – Surouti – Thessaliniki, 2008). Molti monaci Ortodossi, Athoniti e non, la pensano così, per cui cercare all’Athos segni dell’unione trascendente di tutte le religioni, risulta semplicemente vano.

 

Conclusioni

In questo percorso abbiamo cercato di illustrare quanto sia importante la Verità Teologica nella Santa Montagna. A chi è disposto ad imparare, cosa rara, i monaci insegnano che ogni fatto del mondo e della storia risponde ad una Filosofia e quindi ad una Teologia. Similmente ogni decisione umana, anche inerente il senso comune, trova la sua radice in una concezione teologica. Quasi sempre inconsapevole, ma non per questo assente. Non esistono “i pratici” e non esiste qualcosa che si fa solo “in pratica”. Tutto risponde ad una concezione di Dio. Pertanto per cercare la santità ed anche solo per migliorarci, dobbiamo armarci della giusta Teologia. A costo di sacrifici ed incomprensioni. Al di fuori di questo si cade nella confusione e nella immobilità.