Home English EN French FR German DE Greek EL Italian IT Portuguese PT Romanian RO Serbian SR Spanish ES

Per comprendere la Sapienza del Monte Athos è importante considerare in profondità il termine “Logismoi”, plurale di Logismos, pensiero. Dunque i pensieri.

“Abbà i pensieri mi dicono”….Così iniziano molti racconti dei Padri del Deserto. Come accennato nella prima parte di questa serie dedicata alla Sapienza dell’Athos, il monaco chiuso nella sua cella osserva passare i pensieri. Quelli più importanti, nel mirino della attenzione del monaco sono gli otto “pensieri”, cioè le passioni. Essi sono pensieri dell’uomo su cui fanno leva gli spiriti maligni per spingere, con idee intrusive, al peccato. Naturalmente il numero può variare, ma ci riferisce comunque alla avidità, alla avarizia, alla collera, alla lussuria, all’orgoglio, alla vanagloria etc. Giustamente le passioni sono chiamate pensieri, perché in questa veste si presentano al monaco, ma anche a noi. Spesso sono alimentate da logismoi , cioè da pensieri estranei a noi, apparentemente benevoli, ma che nascondono il veleno della passione e dell’egocentrismo. Per esempio guadagnare più denaro con modalità discutibili, per dare “più soldi ai poveri. Ambire ad una carica di responsabilità per “far andare meglio le cose”.  Cercare un rapporto matrimoniale anzitempo con la propria fidanzata, “perché tanto ci amiamo”. Il catalogo è infinito e questi sono solo pallidi esempi. L’odio, il risentimento, la paura del futuro, il disprezzo per il diverso, il desiderio di non pagare le tasse inventando sotterfugi. L’idea di essere più bravi degli altri e capaci di dar loro lezioni.

A questo servono gli “Anziani”. Ad aiutare il principiante a discernere. A capire se un certo pensiero è buono, come appare a prima vista, o cattivo. Si tratta del consiglio di chi è più esperto.

 

Diamo uno sguardo ai pensieri

Proviamo ogni tanto a fermarci ed a “guardare” i nostri pensieri. Troveremo una valanga di spazzatura. Ma cerchiamo di capire insieme, quale contributo possono dare i monaci ai laici. Nella prima parte abbiamo visto come, per prima cosa, il monaco suggerisca ai laici, di tenere conto un po’ di più dell’universo mentale, appunto dei pensieri. Ma come? A partire da questa considerazione fondamentale, contenuta nella Filocalia e tipicamente monastica:

Vi sono tre tipi di pensieri

  • Quelli provenienti dall’uomo
  • Quelli provenienti dagli angeli
  • Quelli provenienti dagli spiriti maligni.

E questo perché non tutti i pensieri vengono da noi stessi.

Questo presuppone che esistano pensieri intrusivi, pensieri cioè che provengono da entità esterne a noi e dotate di una volontà diversa dalla nostra.  I “Logismoi” sono appunto questi. Potremmo usare efficacemente il vocabolo tentazioni, il cui significato, in realtà, appare un po’ ristretto. Meglio “Pensieri”. Perché li vediamo nella nostra mente come tali, tuttavia non sono nostri.

 

Qui il punto decisivo: si tratta di accettare che non tutti i pensieri siano nostri.

 Anche se non sono stati i primi a scoprirlo, basta leggere attentamente qualche salmo per accorgersene, i monaci per prima cosa questo raccontano al popolo. “Attenti, ci sono pensieri intrusivi non nostri, che in modo subdolo, ci spingono a compiere il male”., I Logismoi provengono dagli spiriti maligni. E sono molto frequenti. Molto più frequenti di quanto normalmente si sia disposti ad ammettere. Il termine tentazione può far pensare a momenti particolari nella vita, in cui “Si ha la tentazione di…”. Per esempio se andiamo dal giornalaio e troviamo esposto un giornale pornografico, oppure se un idraulico ci propone un lavoro senza fattura per risparmiare. Ma questa non è la realtà.  I “Logismoi” sono molto più frequenti, e dissimulati da buone ragioni. Tuttavia  non sono nostri pensieri.

 

 Crediamo davvero che esistano gli spiriti maligni?

 Come reagiamo? Ecco le scappatoie più frequenti:

  • Oggi l’uomo moderno non può accettare l’esistenza del Diavolo. I pensieri negativi rappresentano la parte oscura, cattiva, presente in ogni uomo. Si direbbe meglio, nella umanità. Tutto quello che dobbiamo fare è rispettare la morale, ed ogni cosa andrà bene.
  • I monaci sono dei superstiziosi. Non conoscono le conquiste della moderna psicologia. Il diavolo non esiste. E’ piuttosto l’“Inconscio” che ci fa fare cose che il nostro Io non vuole. Non serve a nulla contrastarlo. Meglio “integrare” nella nostra coscienza i contenuti dell’inconscio per “disinnescarli”, accettandoli in parte.
  • I pensieri cattivi vengono da me, perché sono un avido ed un lussurioso. Altro che Diavolo. Lo Spirito è forte ma “la carne è debole”. Devo dunque farcela da me, con le mie forze. Come è giusto, visto che tutto viene da me.
  • Il Diavolo esiste, è vero, ma non si occupa di me, dal momento che io non ho tentazioni, se non molto raramente
  • Si gli spiriti maligni esistono, ma io sono più forte di loro perché sono una persona che sa darsi una disciplina. Con me non la spuntano, lo vedo da quello che riesco a fare

 

Quasi tutte queste considerazioni hanno un punto in comune: non riuscire ad accettare che ci siano pensieri non nostri e parassiti, nella nostra mente.

 Il punto di forza di tutti questi ragionamenti, è che effettivamente le passioni sono frutto dell’egoismo dell’uomo. Dunque è senz’altro vero che i pensieri passionali vengano dall’uomo. Ma questo lo dice anche la Filocalia. I pensieri, appunto, possono essere prodotti dall’uomo stesso, dagli angeli o dai demoni. Allora? Allora è esperienza secolare di tutti i cristiani, e non solo dei monaci, che qualcuno soffi sul fuoco.  I logismoi provenienti dagli spiriti maligni, sono pensieri intrusivi, dal carattere talvolta ossessivo, che  fanno leva sulle nostre passioni,  per spingerci alla trasgressione.

Possiamo credere che esistano fenomeni di possessione diabolica. Possiamo credere che il Diavolo esista. Ma poi quando qualcuno ci fa notare che la conseguenza naturale ed ovvia di tutto ciò, è che esistano pensieri a noi esterni ci rifiutiamo. La mia mente è mia, sembriamo dire, e non ci entra nessuno. Il tutto ammantato di modernità, equilibrio, buon senso ed un pizzico di psicoanalisi che non guasta mai.

Ebbene: La Sapienza dell’Athos ci sarà preclusa.

 

Una autoesclusione

 Senza credere nei “Logismoi” e senza  credere negli  spiriti maligni, niente Athos. Potremo fare cento pellegrinaggi, e girare tutti i monasteri, ma spiritualmente non riusciremo mai nemmeno ad entrare. Qualcuno è contento così. Può darsi che qualcuno abbia tempi lunghi e sia pertanto da rispettare. D’accordo.  E’ bene però avere questa informazione. E’ bene sapere che il tesoro dell’Athos non sono gli asceti che recitano la preghiera di Gesù in una certa posizione, seduti su un panchetto e guardando i l’ombelico. All’Athos non si trova il monaco santo che ti suggerisce la giaculatoria speciale che allontana tutte le distrazioni.  L’Athos è il luogo della purezza del cuore. L’Athos è il luogo della limpidezza del Nous, ottenuta con una vigilanza (Nepsis) e lotta costante. I monaci dell’Athos sono soldati, Sono combattenti che, con l’aiuto di Dio, offrono la loro ricerca di perfezione per la Chiesa. L’Athos è il luogo dove avviene una dura battaglia spirituale contro le Potenze Avverse alla Chiesa.  E’ il luogo dove si vive il Salmo 142 (LXX; 143 nella versione C.E.I.) al versetto 9:” Strappami dai miei nemici Signore perché in te mi sono rifugiato”.

Sul Monte Athos c’è la guerra. C’è un esercito schierato sotto il mantello di Maria.