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Il battesimo di Gesù nel Vangelo di Matteo

In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?».  Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui.  Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto»” (Matteo 3,13-17).

San Giovanni Crisostomo ci comunica una bella immagine commentando il versetto iniziale: “Come quando procede la stella del mattino, la luce del sole non aspetta il suo tramonto ma avanza mentre essa spunta, e con la sua luce oscura il suo splendore, così anche Gesù non aspettò che Giovanni compisse la sua corsa, ma comparve mentre egli ancora insegnava”. Continua poi il Crisostomo: “Ora venne al battesimo affinché si trovasse che colui che ha assunto la carne, ha adempiuto tutto il mistero della natura umana: infatti egli sebbene non fosse peccatore, assunse una natura peccatrice. Per questo, sebbene non avesse bisogno del battesimo per sé, se lo fece amministrare dal Battista. E questo perché ne aveva bisogno la natura carnale dell’umanità”. Agostino d’Ippona sottolinea a questo punto che “Si degnò dunque di essere battezzato da Giovanni affinché i servi conoscessero con quanto ardore dovessero accorrere al battesimo del Signore, quando egli stesso non disdegnò di ricevere il battesimo dal servo”. E Giovanni Crisostomo riprende: “Poiché però,  non si pensasse che avesse il Signore bisogno del Battesimo per purificarsi da proprie colpe, il Battista a Lui disse: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?»”. Ma a questo punto Sant’Ilario di Poitiers soggiunge “Gesù non può essere battezzato da Giovanni come Dio, e così insegna che ciò doveva accadere in lui come uomo, per cui: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia», cioè mostriamo con l’esempio che ogni giustizia va compiuta”. Ma perché battezzato con acqua? San Girolamo sottolinea un parallelismo: Giovanni battezza Gesù con acqua, ma Gesù battezza Giovanni in Spirito. Il Crisostomo interpreta questo versetto facendo notare che il Cristo prima si fa battezzare nei fatti, dando l’esempio, poi predica. In questo “si adempie ogni giustizia”. Sant’Ambrogio commenta i versetti successivi, quelli in cui Gesù dopo che fu battezzato salì subito dall’acqua, in questo modo: “Poiché come si è detto, quando il nostro Salvatore viene lavato, già allora tutta l’acqua viene mondata per il nostro battesimo, affinché la grazia del lavacro venga amministrata a tutti i popoli, era anche necessario che nel battesimo di Cristo, venissero designate quelle cose che i fedeli conseguono mediante il battesimo: per cui si dice: «Gesù dopo che fu battezzato salì subito dall’acqua»”. San Giovanni Crisostomo cerca di spiegare questo punto a prima vista un po’ oscuro. Intanto, perché subito? Nel ribadire che l’acqua purificata dal Cristo potrà essere il mezzo del battesimo di tutti i popoli, Crisostomo fa notare che quel subito, al posto del semplice salì, ha un senso spirituale nascosto:” ….poiché tutti coloro che vengono battezzati degnamente in Cristo, salgono subito dall’acqua, cioè progrediscono nella virtù e vengono sollevati alla  dignità celeste. Coloro infatti che erano entrati nell’acqua come carnali, peccatori e figli di Adamo, subito salgono dall’acqua come figli di Dio e spirituali.

Si aprono i cieli

Successivamente “si aprirono i cieli”, perché, dice Agostino d’Ippona, a tutti i rinati viene aperta la porta del regno dei cieli. E Crisostomo precisa: ai battezzati si aprono i cieli. Essi cioè, non vedono più con occhi carnali, ma con occhi spirituali. Aggiunge poi sempre il grande Crisostomo: “I cieli sono le Sacre Scritture. Solo i battezzati sanno veramente capirle, mentre i non battezzati, non avendo l’assistenza dello Spirito Santo”, no.  E dopo che i cieli si sono aperti:

“…ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui.  Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto». È l’unico passo del Vangelo in cui si ha manifestamente l’apparire della Trinità: ci sono infatti il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. È un punto alto della santa rivelazione, che giustamente viene festeggiato in modo solenne. Commentando queste parole, Agostino d’Ippona suggerisce che “Prima, per mezzo di Mosè o dei profeti, mediante immagini o figure, il Padre aveva insegnato che il Figlio sarebbe venuto nella carne ma ora mostra chiaramente che è venuto, dicendo: questo è il mio Figlio”. Ilario di Poitiers completa questo pensiero di Agostino di Ippona sottolineando che “… affinché il popolo conoscesse dalle cose che si compivano in Cristo, che dopo il lavacro dell’acqua viene in noi dalle porte celesti lo Spirito Santo, e noi siamo profeti dell’unzione della gloria celeste, e diventiamo figli di Dio per l’adozione, dalla voce del Padre”.

Sant’Ambrogio, il grande vescovo di Milano, ricorda un aspetto molto interessante “…. e non c’è da meravigliarsi se nel battesimo del Signore non mancò il mistero della Trinità. Infatti il Signore vuole mostrare prima in sé stesso ciò che poi avrebbe prescritto al genere umano”. Le tre persone appaiono come figure distinte ma in realtà esse sono unite, ed è questo uno dei grandi misteri del Cristianesimo.

 

Cosa ci insegnano i Padri sulla Teofania di attuale per noi?

Molto semplice: ci insegnano che con il Battesimo su di noi è disceso lo Spirito Santo, esattamente come è successo a Gesù nel Giordano. La festa della Teofania ci insegna la Trinità Divina, tre persone unite. Ma ci insegna anche che la Colomba dello Spirito, è già discesa in noi battezzati, e ci accompagna in tutti i gesti della nostra vita. Essa simboleggia un Dio vivo, non un Dio filosofico e lontano. Un Dio che ci guida e ci ispira. Un Dio che non ci lascia soli, ma che è pronto a guidarci nei momenti difficili e non, con i suoi sottili ed impalpabili suggerimenti. Sta a noi distogliere l’attenzione dal rumore delle passioni e dal chiasso del mondo, per tendere l’orecchio spirituale, e prestare ascolto ai suoi divini e dolci suggerimenti.