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La Trasfigurazione e Mosè

Leggiamo il Vangelo di Domenica 6 Agosto:

“Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti” (Matteo 17,1-9).

Per cercare di approfondirne il messaggio, accostiamolo con un altro famoso passo, che riguarda la manifestazione di Dio a Mosè sul Sinai:

“Mosè tagliò due tavole di pietra come le prime. Il mattino dopo, molto presto, salì sul monte Sinai, secondo l’ordine del Signore. Portava con sé le due tavole di pietra.

Allora il Signore si manifestò con una nube. Si fermò là, vicino a Mosè, e proclamò il suo nome: ‘Signore’. Poi il Signore passò ancora davanti a lui e disse: ‘Io sono il Signore, il Dio misericordioso e clemente, sono paziente, sempre ben disposto e fedele. Conservo la mia benevolenza verso gli uomini per migliaia di generazioni, e tollero le disubbidienze, i delitti e i peccati; ma anche non lascio senza punizione chi pecca, e lo castigo sui suoi figli fino alla terza e alla quarta generazione” (Esodo 34,4-7.).

 

Somiglianze tra i due testi

Dio si manifesta in entrambi i casi in cima ad un monte. Perché? I santi Padri ci ricordano che salire su una montagna equivale a vedere le cose dall’alto, simbolo del distacco dalle passioni. Dunque il Signore si manifesta a noi, quando volgiamo in alto lo sguardo dei nostri occhi spirituali, e lasciamo perdere le esigenze dettate dalla nostra passionalità. Dunque in entrambe queste situazioni bibliche, Dio vuole rivelarsi ma lo fa soltanto a chi è capace di sentire la sua voce sottile, impossibile da ascoltare se presi dal chiasso delle emozioni. Inoltre in entrambi i casi Egli si manifesta circondato da una nube. A dire il vero anche durante il passaggio del mar Rosso, gli ebrei in fuga sono guidati da una nube che nasconde il Signore. Ma perché tutte queste nubi? I Padri in questo sono concordi: la nube simboleggia la trascendenza di Dio, cioè l’impossibilità di vedere e toccare il Signore. Egli è al di là delle cose e delle persone. Non è un vecchio con la barba, non ha il corpo di un uomo. È al di là di tutto. Non conoscibile, coperto, appunto da una nube che ce lo nasconde.  Infine Mosè, è presente in tutti e due i passi citati. Nel primo come protagonista, nel secondo come comprimario. E non è un caso

 

Differenze tra i due passi biblici

Nel primo racconto Gesù è assente e Mosè domina la scena, con le tavole di pietra su cui verranno scolpiti i comandamenti. Dio poi è molto chiaro, le trasgressioni della legge Mosaica, saranno punite “… e lo castigo sui suoi figli fino alla terza e alla quarta generazione.” Nel racconto evangelico invece Dio presenta Gesù. Dice di amarlo ed invita ad ascoltarlo. Mosè non è eliminato, ma rappresenta le radici del passato insieme ad Elia, simbolo della preghiera. Gesù dunque non appare dal nulla. Egli arriva dopo il compimento delle generazioni passate. Ma la vera sostanziale differenza, sta nei comandi del Signore. Nel primo passo, Domina la legge e la punizione per la sua trasgressione. Nel secondo, la legge rimane sullo sfondo con Mosè. Non è negata. Essa non è al centro del racconto, dove invece stanno parole nuove: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo.” Dio ci presenta una persona e non più dei doveri. Ci dice di ascoltare quello che è suo figlio. Si compiace adesso di Gesù e non cita la punizione dei peccati. La nube da opaca diventa luminosa, come tutti i personaggi. Nella trasfigurazione domina la luce e non le tavole di pietra.

 

Il messaggio della trasfigurazione

Essa è il segno di una nuova “economia”. Iniziano “Tempi nuovi”. La salvezza si ottiene guardando a Gesù, il “figlio amato”, e ascoltandolo. Infatti, nei primi versetti del Vangelo di Giovanni si ribadisce: Cristo è la luce che illumina tutti gli uomini”.  Mosè e la sua legge non vengono esclusi. Egli rimane presente, ma sullo sfondo. La legge non è negata, ma si guarda oltre. Si guarda a Gesù, che è il compimento della legge. Guardare a Gesù, crederLo Salvatore, ed ascoltarLo. Questo l’invito della Trasfigurazione.

 

Conclusioni

Non limitarsi al rispetto dei comandamenti, ma guardare a Gesù. Come? Pregando da soli o in comunità nella liturgia. Trovare 5 minuti, per leggere ogni giorno un capitolo del nuovo testamento. Recitare la preghiera di Gesù con gli occhi del cuore fissi su di Lui. Adorare nel silenzio il Messia. Ascoltare lo Spirito Santo che sempre ci suggerisce come pregare. Vivere in costante dialogo con Gesù. Parlargli con spontaneità, confidargli le nostre ansie come le nostre gioie. Come bambini. Affidarsi a Lui. In una parola credere in Lui.