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Commentiamo Luca 10,21:”Ti rendo grazie o Padre Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”.

Santi che hanno interpretato con la vita questo passo della scrittura ve ne sono sia nella tradizione ortodossa (per es. i “folli in Cristo”), sia nella tradizione cattolica (Il curato d’Ars, San Giuseppe da Copertino etc.).  Ma davvero i dotti non sono favoriti dalla grazia? Accanto agli esempi fatti, potremmo citare santi in comune ad entrambe le tradizioni, come San Girolamo, San Gregorio di Nazianzo, San Basilio e tanti altri, che invece erano fior di intellettuali. Vi possono essere varie risposte. Un aspetto indirettamente sollevato da Luca 10,21, è quello dell’indottrinamento dei dotti. Dotto infatti è colui che ha assimilato la cultura del tempo, e se ne fa di fatto portavoce.  Ai tempi di San Girolamo solo pochissimi avevano accesso ad una solida istruzione. Il santo fu tra i pochi a poterne approfittare, diventando uno dei maggiori latinisti del tempo. Impegnato nella fede, ammetteva di amare di più Cicerone e Plauto della Bibbia. Fu necessario un salto di qualità nella fede, alimentato dalla grazia, per vederlo diventare uno dei massimi protagonisti delle traduzioni Bibliche. La storia di San Girolamo è emblematica e descrive con chiarezza il problema: l’assimilazione della cultura del secolo ostacola l’accostarsi del fedele alla conoscenza di Dio. Ecco perché chi è sgombro da “Dottrine varie e peregrine” (Ebrei 13,7-9a), come i semplici ed i piccoli, può essere istruito più facilmente da Dio. Il “Nous”, l’intelletto, non risulta oscurato da false credenze. Pertanto chi ha poca dimestichezza con lo studio risulta più spontaneamente recettivo alla Verità. Ciò non impedisce la conoscenza ai “sapienti”. Semplicemente per loro è necessaria prima una conversione, che permetta un rigetto delle falsa filosofia, per poter abbracciare quella vera. Così hanno fato per esempio San Basilio e San Gregorio di Nazianzo, come anche il grande Agostino d’Ippona. A nominarli tutti, toccherebbe raccontare letteralmente tutta la storia della Chiesa.  Cosa ci insegna tutto ciò? Al tempo dei padri di cui abbiamo parlato, come già detto,  solo pochissimi sapevano leggere e scrivere. Oggi non è più così. L’istruzione ha una diffusione di massa. L’analfabetismo è ridotto ai minimi storici. Le “dottrine varie e peregrine” di cui parla San Paolo in Ebrei 13,7-9, vengono insegnate nelle scuole pubbliche, ed hanno una larga diffusione popolare. Questo pone dei problemi nuovi, sia alla evangelizzazione che allo sviluppo spirituale.  Ciò che sembra urgente è seguire le parole di San Paolo (1 Cor 3, 10-23): “Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede sapiente in questo mondo, si faccia stolto per divenire sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia. E ancora Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani. Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini”.  Mai come in questo periodo storico, quanto riportato da San Paolo risulta profondo, e determinante. Eppure sembra per molti, abitare il cielo vuoto delle teorie….Il Cristianesimo Europeo nel suo complesso,  di fronte all’ondata massiccia di dottrine direttamente o indirettamente anticristiane,  ha dapprima opposto una strenua resistenza, poi sembra aver ceduto di schianto. Respingere teorie bislacche per farsi stolti agli occhi del mondo. Cercare la verità nella cultura popolare. Cercare la Verità nelle ricerche meno valorizzate dal secolo, e nelle tradizioni antiche.

Tutto questo non è minimamente incoraggiato anche in ambienti Cristiani. Si resta da soli. Si vuol fare ciò che il mondo approva, e si ridicolizza chi cerca di obbedire alla parola di Dio. Lo si vede come “fondamentalista”. Purtroppo la santa opera di farsi stolto per amore di Dio, è difficilmente realizzabile da soli. Qui è necessaria una rete collaborativa ed è anche per questo che è nato questo blog. C’è infatti molto, molto lavoro da fare: troppo per una persona sola. Si può qui accennare ad un percorso di lavoro e di ricerca assolutamente suscettibile di cambiamenti ma utile per stimolare un dibattito. Più che cercare persone colpevoli di tutto (i soliti banchieri), sembra utile seguire la trasformazione della cultura nel tempo. In pratica il primo problema è il seguente:

quali sono le idee portanti, le filosofie ,che sembrano strutturare le decisioni degli economisti prima e dei politici poi?

Facciamo qualche esempio di possibili candidati.

  • La sacralità del progresso. C’è una febbrile e diffusa eccitazione intorno a tutto ciò che è nuovo, innovativo. Nuovo è sempre bello antico è sempre vecchio cioè brutto.
  • Aperto è bello chiuso è brutto. Bisogna essere aperti al nuovo, appunto, lasciarsi cambiare, trasformare dal nuovo che avanza. Perché dobbiamo cambiare? Per cosa?
  • Unito è bello diviso è brutto. Tutti si uniscono. Le Banche si uniscono, le aziende si uniscono e si accorpano. Gli stati si uniscono e non solo in Europa. Le religioni si dovrebbero pure unire, etc. Perché? Da qui deriva:
  • Monista è bello Dualista è brutto. Cioè il male in fondo è complementare al bene come la notte lo è al giorno (Filosofia Monista). Chi condanna l’errore è divisivo (un nuovo vocabolo alla moda) e quindi dualista (cioè esiste la Verità ed esiste l’Errore).
  • Nella selezione naturale sopravvive il più adatto, dunque l’umanità migliora. Non è solo il principio base del Darwinismo ma anche del Malthusianesimo (dal filosofo Malthus). Cioè quella dottrina che vuole ridurre la popolazione mondiale. Quindi il più aggressivo ed il più violento, è ovviamente il migliore.
  • Naturale è bello, la Natura ha sempre ragione. L’uomo fa solo danni. Punto di partenza per ogni panteismo, è oggi un principio penetrato in tutte le scuole ed in tutte le famiglie, grazie alla ecologia ed al verdismo.
  • Da dove provengono queste idee, da quale filosofia e da quale Teologia provengono? Con quale storia?

 

E questo non è che un misero scampolo, peraltro consapevolmente molto sintetico e provvisorio. Come si vede farsi stolto non è stato interpretato come una rinuncia allo studio, ma piuttosto, sulle orme di Ambrogio, Agostino etc., come un maggior impegno. Si tratta di scovare ed evidenziare tutti quegli elementi di falso sapere che condizionano la nostra vita. In questo lavoro tutti possono partecipare, anche chi non si sente adatto a studiare. E’ facilissimo trovare un semplice impegno per tutti.

In positivo dobbiamo ricordare che la Rivelazione della Verità secondo i Padri si distingue in due parti:

  • La rivelazione attraverso la Sacra Scrittura
  • La rivelazione “Cosmica”, attraverso la Creazione e l’Uomo.

Circa la Scrittura cominceremo a parlarne in un capitolo specifico. Non va trascurata però la Rivelazione Cosmica. Essa si raggiunge attraverso quella che i Padri chiamavano “Theoria Physikè”. Cioè la conoscenza della Natura e dell’uomo ispirata dallo Spirito Santo. Un terreno complesso e difficile. Questa conoscenza,  tuttavia ,  sembra compito adatto ai laici impegnati in un cammino. Necessita però  di tempo e di purificazione. Merita dei capitoli specifici di approfondimento. Inizieremo un viaggio che, al seguito dei padri, ci porterà ad apprendere la conoscenza simbolica e qualitativa del creato.

Concludiamo questa parte ,sottolineando che in questo capitolo era necessario soltanto indicare in linea generale cosa oggi si potrebbe intendere per ricerca della Verità. Naturalmente vi saranno degli approfondimenti dedicati.