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Imparare a “guardare” Gesù nel Vangelo

Siamo stati giustamente abituati ad ascoltare in Chiesa il Vangelo, dando grande risalto alla predicazione di Gesù, alle sue parole, ai suoi miracoli. Tutto giusto naturalmente. Ma partiamo proprio dal Vangelo di Giovanni:

““Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».  Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre” (Giovanni 14,8-9). Ma che cosa vuol dire “Chi ha visto me ha visto il Padre”? Pensiamoci un attimo. È sconvolgente. Cosa vuol dire? Che gli Apostoli hanno visto Dio? Ma non ci dice la Bibbia che Dio non si può vedere? Sono cose che sanno tutti. Eppure….eppure Gesù è di poche parole. Secco. Chi ha visto me ha visto il Padre. Vengono in nostro soccorso i Padri della Chiesa che, praticamente all’unisono, ci dicono: Dio in Persona non si può vedere (i dotti dicono nella Sua Essenza), tuttavia possiamo contemplare ciò che fa nel mondo. È per questo che la Bibbia ci dice che Dio è misericordioso, paziente, lento all’ira e grande nell’amore, etc.. La sacra scrittura ci narra, in una parola, le sue attività, cioè i suoi attributi, altrimenti detti “energie divine”. Ecco una “chiave” per aprire il mistero dei versetti del Vangelo di Giovanni da cui siamo partiti. Possiamo scorgere Dio nei suoi attributi, cioè nelle sue energie, osservando con attenzione le opere di Gesù. In poche parole, Gesù, persona divina incarnata e resa visibile, mostra gli attributi del Padre, le Sue Virtù, attraverso l’agire e l’operare.

 

Come Gesù mostra il Padre in quasi ogni versetto dei Vangeli

Proviamo adesso a meditare insieme un passo molto noto del Vangelo di San Luca, tratto dal capitolo 5, a partire dal versetto 12 (per facilitare la lettura il testo del Vangelo sarà in corsivo, gli attributi in neretto ed il commento in caratteri normali):

Mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!».

Qui possiamo osservare tre diverse caratteristiche nell’agire di Gesù.

1 – Gesù ha compassione del lebbroso che gli si getta davanti. Lo dimostra ascoltando la sua richiesta. Avrebbe potuto dire: “ho da fare, ti ascolto un altro giorno”. Invece si ferma e recepisce la richiesta.

2 – Gesù tocca il lebbroso nel rispondere. Dunque non teme la malattia o il contagio del lebbroso. Possiamo dire che mostra fortezza.

3 – La richiesta è formulata con un “se vuoi”. Lui risponde “Lo voglio”. Con questo atto di volontà Gesù esprime autorità.

Dunque, riassumendo, in queste poche parole della Scrittura Gesù mostra compassione, fortezza e sicurezza ed inoltre autorità.

Prosegue il Vangelo:

E immediatamente la lebbra scomparve da lui”.

Qui indubitabilmente il Signore si mostra come guaritore e taumaturgo.

Quindi il Vangelo continua:

Gli ordinò di non dirlo a nessuno”:

Qui Gesù, oltre che di nuovo autorità (o autorevolezza) mostra discrezione. Il Signore non è esibizionista, non annuncia il miracolo con le trombe. Preferisce la compostezza ed il riserbo.

Continua il Vangelo:

«Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto,”

Il Signore Gesù si mostra qui rispettoso della legge Mosaica con le sue prescrizioni. Non fa “L’alternativo”, non polemizza. Tutto si svolge nella normalità mosaica.

 

“ …a testimonianza per loro».

Qui notiamo due cose:

1 -L’osservanza della legge non è fine a sé stessa ma serve per la testimonianza

2 – “per loro “, la testimonianza è un gesto di amore per i sacerdoti, perché comprendano con chi hanno a che fare e lo accolgano.

Prosegue la scrittura:

Di lui si parlava sempre di più”,

Dunque è colui che è famoso, si parla di lui con meraviglia

e folle numerose venivano per ascoltarlo

Qui l’attributo è il predicatore nel senso di colui che dispensa la parola.

“…e farsi guarire dalle loro malattie”.

Di nuovo si ripete l’attributo di guaritore o vero medico

Infine la scrittura conclude:

“…Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare”.

Si possono notare tre attributi:

1 – Gesù ha un rapporto personale con il Padre. Entra in una relazione. Si potrebbe dire “colui che ha sacra la relazione”.

2 – Questa relazione si manifesta in luoghi solitari, deserti, dove regna il silenzio. Mille cose si potrebbero dire, ma ci dobbiamo limitare a solitario nella pienezza, per la ricerca del vero rapporto.

3 – Gesù prega e contempla il padre nel silenzio del deserto, è un contemplativo.

 

I santi rivestiti di Cristo riflettono le energie divine

Se riflettiamo bene, tutti gli attributi mostrati in questi pochi versetti del vangelo di San Luca ci sono stati mostrati anche dai santi. Questi, rivestiti di Cristo e divinizzati dall’opera dello Spirito Santo, si mostrano a noi come somiglianti in qualcosa a Lui, esattamente come tra fratelli, fratelli del primogenito. Non per semplice imitazione, ma per opera dello Spirito Santo. Dunque è in loro che possiamo ritrovare nella pienezza, per quanto è possibile ad un uomo, qualcuno degli attributi del Cristo, e quindi Divini. Alcuni esempi: i Santi Cosma e Damiano, come tanti altri santi, mostrarono da vivi e da morti, doti di guaritori, così come anche altri santi recenti, ad esempio San Lucas di Crimea. Santa Maria Egiziaca è la santa del deserto, che ha vissuto per anni in modo approfondito la ricerca della solitudine, del silenzio e della preghiera, che Gesù ha mostrato in questo brano del Vangelo. Padre Paissios, il santo recente dell’Athos, dimostrò nell’arco della vita un grande discernimento e straordinarie doti di consiglio: a Padre Cosmas di Gregoriou, consigliò di andare missionario in Africa, ed ora abbiamo in Congo una diocesi di cento preti! Non mancano santi che hanno incarnato l’attributo del predicatore, come San Giovanni Crisostomo, autore di storiche e magnifiche omelie.

Dai santi alla vita quotidiana

Ma la vita spirituale non si limita alla vita dei santi. Un po’ meno con pienezza, e forse non completamente puri, gli attributi divini manifestati da Gesù si trovano anche nella vita quotidiana. Infatti tutti i fedeli, quando si ritirano nella propria camera per pregare nel silenzio e nella solitudine, vivono la stessa vita nello Spirito del Cristo nel deserto. Nondimeno un medico onesto e volenteroso, che ha compassione per i propri malati e si impegna per assisterli con amore, vive nel mondo l’attributo spirituale di guaritore. E così è per quel parroco che nel segreto della confessione, sa consigliare il fedele che a lui si è rivolto. In questo caso egli partecipa anche della purificazione, grazie all’opera del sacramento. Ma il consiglio trova spazi anche meno apparentemente “santi” come quello del genitore verso il figlio. Così come siamo tutti “discreti e riservati” quando abbiamo la carità di ascoltare i problemi di un nostro amico angosciato, ed evitiamo di parlare con altri dei suoi problemi. Non dobbiamo farci spaventare dai limiti con cui viviamo i doni dello Spirito. Lo specchio è incrinato dal peccato, d’accordo, ma è pur sempre uno specchio che riflette nella vita ordinaria gli attributi divini.

Conclusione

Il Vangelo è una grande fonte di Sapienza. Ascoltare da un telefonino un capitolo del Vangelo dura 4-5 minuti. Meditare, ascoltando, le parole ed i Gesti del Signore Gesù, è una formidabile spinta alla contemplazione attenta della vita quotidiana. Un invito a scoprire l’eterno nel tempo, e l’invisibile nel visibile.   Talvolta è davvero sorprendente. Con l’aiuto della Scrittura, Gesù si mostra il Maestro.  Potremo allora scoprire come la vita divina, attraverso l’azione segreta dello Spirito Santo, alimenti tutti gli uomini, e la nostra stessa vita.

 

BIBLIOGRAFIA

Jean-Claude Larchet, La théologie des

énergies divines, Les Etitions du CERF