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Il libro “Racconti di un pellegrino russo” è ormai presente in molte librerie di Cattolici italiani. Il testo è stato scritto intorno agli anni 50 del 1800, da un cristiano ortodosso russo di nome Nemytov, forse un contadino. L’opera fu pubblicata per la prima volta a Kazan’, nel 1881.  Vi si parla di un uomo che, dopo aver perso tutto, si incammina per le strade della Russia nella più completa povertà. Un giorno, durante una celebrazione eucaristica, sente pronunciare le parole di San Paolo: “Pregate incessantemente”

(1 Tessalonicesi 5,17). Si mette allora a cercare chi può insegnargli la preghiera incessante. Trova un monaco, che diventerà il suo padre spirituale, che gli suggerisce la ripetizione della preghiera di Gesù: “Signore Gesù Cristo abbi pietà di me peccatore”. Il pellegrino imparerà a ripetere tutto il giorno questa preghiera ed a trasformarla con il tempo in “Preghiera del cuore”.  Non si vuole qui entrare nel dettaglio del testo, né si vuole presentarne una ricostruzione storico-filologica. Ci basta sottolineare che questo libro si inseriva in una più vasta tradizione di religiosi laici che, sotto la guida di un padre spirituale, vivevano nel mondo la loro vocazione. Il fenomeno era diffuso nella Russia di quel tempo, come una delle tante forme di vita prodotte dall’opera incessante dello Spirito Santo.

Vediamone brevemente le caratteristiche essenziali:

  • Si tratta di laici, in genere maschi, non sposati o vedovi
  • Non vengono effettuati voti
  • La preghiera rappresenta l’attività principale
  • Vi è una certa ascesi e una vita povera
  • L’obbedienza è dovuta ad un padre spirituale: dati gli scarsi contatti, questa obbedienza non sembra stretta, ma preminentemente informativa e pedagogica.

Si è detto, a proposito della Russia dell’‘800, che essa era un monastero all’aperto. Questa vocazione illustra bene i motivi di questa definizione. Racconta però anche bene il rispetto per la libertà dello Spirito, lasciato libero di chiamare ad una vita religiosa decisamente radicale anche laici, contadini, lavoratori, senza una organizzazione precisa.  La Russia, da questo punto di vista, sembra essere stata una autentica fucina. Ne riparleremo in altri capitoli.

 

Bibliografia

“Monachesimo nel mondo”, a cura di Adalberto Piovano, Edizioni Paoline.

 

 

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