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Una vita comune

Santa Olga Michael (Matushka Olga), è nata in Alaska il 3 febbraio 1916 ed era una donna di origine yup’ik.  Riposò nel Signore l’8 Novembre 1979. Dunque si tratta di una santa del novecento. Ella visse nel villaggio di Kwethluk in Alaska. Suo marito, Nikolai Michael era prete, ma prima di essere ordinato faceva il direttore delle poste, e gestiva un negozio di articoli vari.  Olga ebbe 13 figli, di cui solo 8 riuscirono ad arrivare all’adolescenza. In famiglia ella condusse una vita come tutte le altre, e non vi fu nulla che in lei potesse colpire come originale o particolare, né nel fisico né nella condotta. I figli testimoniarono tuttavia, che a casa con loro, Olga non alzò mai la voce. Il marito quando fu ordinato prete, dovette cominciare a girare per tutti i villaggi della zona per esercitare la sua missione. Olga allora dovette gestire da sola la casa. Nonostante questo, si sentì partecipe dei problemi degli altri. Spesso andava a pulire le case di chi aveva bisogno, ed a cucinare per loro.  Quando i propri figli cominciarono ad avere 7-8 anni, iniziò a portarli con sé, per avere un aiuto, quando si occupava delle case degli altri. I bambini impararono, e quando furono più grandicelli, cominciò a mandare direttamente loro al suo posto. Nonostante fosse povera, Olga dava vestiti per i bambini, e stivali ai più poveri di lei. Parrocchie distanti centinaia di chilometri da lei, ricevevano regali inaspettati e non richiesti, da Olga, che provvedeva anche a non far mancare guanti e calzini a tutto il clero. Nelle case intorno a quella di Olga tutti avevano calzini o altro abbigliamento, fatto da lei. Ella serviva la sua comunità, non solo come moglie del prete, ma anche come ostetrica. A questo proposito ebbe il dono di sapere in anticipo se una donna fosse rimasta incinta, ancor prima che questa se ne fosse resa conto. Non solo, ma ben prima che qualcosa accadesse, aveva il dono di saper inviare le partorienti in ospedale, perché sapeva in anticipo quando si sarebbero manifestate complicanze tali da richiedere le cure del medico. Siamo dunque di fronte ad una vita normale, normalissima, vissuta tuttavia con carità e spirito di servizio ed accompagnata, per questo, da doni dello Spirito Santo.

 

Si manifestano i primi segni straordinari

Prima di morire Olga attese l’eucarestia che aveva chiamato, seduta sul letto. Si nutrì quindi del sacramento con le braccia incrociate sul petto, quindi si coricò e spirò.

Migliaia di persone accorsero al suo funerale. Tuttavia, in Alaska a novembre c’è un freddo terribile e si temeva di non poter procedere alle esequie. Ma ad un certo punto si levò un vento caldo, molto caldo al punto da essere innaturale in Alaska. Allora i ghiacci e le nevi si sciolsero, permettendo alle persone di giungere a Kwethluk. Finita la liturgia funebre, il feretro fu portato fuori dalla chiesa. Fu allora che uno stormo di uccelli seguì la processione per l’intero percorso fino al cimitero. Coloro che scavavano la fossa per la bara poi, si accorsero che la terra era facile da scavare, perché era stata completamente scongelata. La sera dopo il funerale il freddo tornò su tutta la regione.

 

La canonizzazione

Il processo di canonizzazione di Olga Michael, non si era ancora sviluppato che il popolo cominciò a considerarla una santa. Olga fu vicina con la sua intercessione alle donne che subiscono violenza. Una prima testimonianza è stata quella di una signora di New York. Questa aveva subito una brutta violenza a carattere sessuale. Sognò Olga che la accompagnò nel tempo, lungo un processo di guarigione interiore.

Almeno un’altra donna ha sperimentato qualcosa del genere, per cui un numero crescente di donne la invoca, per avere soccorso, dopo episodi di abuso.

Olga Michael viene invocata anche per guarire dall’esito di fratture. Infine molti ricordano che 5 dei tredici figli sono morti prima dell’età adulta. Ella dunque porgerà aiuto a tutti coloro che hanno subito la perdita dei loro cari.

Il Sinodo Ortodosso Americano l’ha canonizzata il 9 novembre 2023. La festa è stata fissata per il 10 novembre. Essa è stata considerata patrona delle ostetriche e delle donne abusate.

 

Conclusioni

Santa Olga Michael, Matushka, ha conquistato la santità con la grazia del Signore. Non si è ritirata in una grotta vivendo da sola. Non ha fatto lunghi e terribili digiuni. Non è entrata in monastero. Si è sposata ed ha avuto tanti figli. È salita agli onori degli altari, semplicemente facendo bene, sia la moglie che il suo lavoro di ostetrica. Inoltre si è mostrata sensibile alle necessità degli altri e si è adoperata per essere vicina a chi aveva bisogno. E il Signore l’ha premiata con doni di premonizione, che hanno reso più efficiente il suo lavoro. È il caso di dire veramente: tutto qui.

Ma allora, è davvero così difficile per noi laici, arrivare alla santità? È davvero indispensabile farsi monaco o monaca, per condurre una vita veramente cristiana?