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Perché l’attenzione è il punto di partenza

A tutti sarà capitato di insegnare qualcosa a qualcuno. Fosse anche un bambino. A tutti è dunque capitato di constatare che se l’altro non è attento a nulla serve spiegare. E’ per questo che non solo l’insegnamento, ma anche la semplice comunicazione richiede attenzione.

I politici pagano fior di parcelle a coloro che sanno spiegare loro dove è rivolta l’attenzione degli elettori che si vorrebbe conquistare. Si dice allora che è “sentito” il problema delle pensioni, oppure quello della scuola. “E’ sentito” vuol dire ciò a cui l’elettorato guarda, ciò a cui presta attenzione. Inutile dire che anche i commercianti, per vendere di più, faranno come i politici. Si chiama “Strategia di Marketing”, che in soldoni vuol dire: a cosa guarda chi compra? A cosa presta attenzione?

 

Lo spostamento della attenzione come fenomeno generale

Quali sono le attuali modalità di vivere e di pensare di buona parte degli uomini e delle donne che vivono in occidente? In estrema sintesi potremmo dire che, da un secolo a questa parte, si assiste ad un generale spostamento della attenzione della gente, dalla realtà sensibile e dal senso comune, alla credenza, allo “stato d’animo” ed alla immaginazione. Stiamo parlando di tendenza, non descriviamo questo fenomeno in termini di bianco o nero. Inoltre, forse, questo processo è iniziato un paio di secoli prima, ma solo nell’ultima parte del XIX° secolo ed in tutto il XX°, è diventato un fenomeno di massa. Vediamo di darne una descrizione, anche solo a larghi tratti.

a – Un primo spostamento mentale si ha con la nascita e la diffusione tra le masse diseredate, delle ideologie. In particolare della ideologia comunista, di quella socialista e di quella anarchica. Gli attivisti di queste ideologie hanno da subito parlato, infatti, di presa di coscienza del proletariato. Si tratta di una trasformazione, per cui si ottiene una nuova mentalizzazione, cioè una interpretazione diversa della realtà, realizzata con i criteri della ideologia che si condivide. Questa diffusione popolare avviene quando già a livello borghese, cioè nell’1% circa della popolazione, si era diffuso per quasi un secolo l’idealismo come filosofia dominante. Per la porzione di umanità che ha preso parte in vario modo a questo complesso processo, l’Attenzione è stata così attirata, progressivamente, dal presente al futuro. Si è cominciato a parlare di “Futura Umanità”, di “Futuro della Nazione”, di “Futuro per i nostri figli” etc., molto più di prima. Molti sono morti e molti hanno ucciso “per il futuro”. Una Nuova Divinità a cui sono stati fatti innumerevoli sacrifici di sangue. Questa divinità ha prodotto a sua volta una dilatazione, una esagerazione dell’immaginazione. Lo spostamento verso l’idealità, si è fatto ancora più massiccio nel XX° secolo con la nascita dei Fascismi, del Nazismo, con la ideologizzazione di massa del liberalismo, con la nascita di innumerevoli credenze ed ideali. Si va dalla New Age ai Beatniks, dagli hippies e dalla Teosofia alla Spiritismo. Gli ideali di ogni genere, aventi per tratto comune una proiezione verso il futuro, sono sorti a centinaia di migliaia. Le parole stesse hanno assunto una valenza, una carica emotiva diversa. Il “Nuovo” è oggi in voga. Aggiungere il termine nuovo a qualsiasi cosa significa oggi aggiungere a questa cosa qualsiasi un valore. Il “Vecchio” invece è spesso negativo. La “nuova concezione” è sempre da preferire all’”impostazione tradizionale”. “Aperto”, come Nuovo è quanto di più desiderabile si possa ottenere. “Essere aperti” è un valore, “essere chiusi” una anomalia da disprezzare. In una discussione chi è dalla parte del nuovo e dell’aperto vince dialetticamente su chi sostiene il vecchio perché chiuso. A cosa poi ….non si sa!  Quindi in sintesi un duplice spostamento della Attenzione: verso l’immaginazione ed il futuro e verso l’idealità e la credenza.  E’ importante sottolineare che questo processo ha investito anche chi non si interessa di politica. Quando una parte dell’umanità provoca un cambiamento consistente nella cultura, tutti inevitabilmente ne risentono.

b – Analoga trasformazione è stata prodotta, soprattutto nel XX° secolo, nel mondo della comunicazione. L’avvento di radio, televisione, cinema ed infine Internet, ha trasformato e continua a trasformare l’ambiente sonoro e visivo dell’umanità. Non si stimola nemmeno più l’immaginazione, si fornisce direttamente il prodotto già confezionato. Questo a sua volta produce la tipica espressione emozionale, che è rappresentata dagli Stati d’ Animo. Certe pubblicità non presentano nemmeno più il prodotto che intendono promuovere, ma associano il nome da pubblicizzare con una atmosfera. Uno stato d’animo, appunto.  Studiosi come Guy Deborde, verso gli anni 50 del  XX° secolo, hanno, con ragione, cominciato a parlare di “Società dello Spettacolo”. E’ vero che sempre i potenti si sono serviti di immagini per affermare il loro dominio. Vedi i cortei trionfali degli imperatori romani dopo una vittoria. Ma mai come nell’ultimo secolo, lo spettacolo e l’immagine hanno assunto un ruolo così straripante ed ossessivo. I professionisti curano la loro “Immagine”, ci sono specialisti nella realizzazione di una “Immagine pubblica”. Se ne servono a man bassa politici, industriali, commercianti, artigiani etc. Una litania infinita di “Attori” del pubblico “Teatro”. E’ il trionfo dell’immaginazione e degli “stati d’animo” da essa prodotti. Non ha importanza quello che si è, ma ciò che si fa credere di essere. Il Presidente della Repubblica Italiana Cossiga diceva” Governare vuol dire far credere”.

c – Uno spostamento della Attenzione analogo è avvenuto anche nella cultura generale. Ci limiteremo qui alle Scienze Naturali, ma il processo, sia ben chiaro, ha interessato anche musica, arte visiva, teatro e letteratura. Nelle Scienze naturali quello che colpisce è il depotenziamento delle sue basi sperimentali. Con un processo lento, durato secoli, la matematizzazione ha cominciato a dilatarsi fino al parossismo. Non stiamo parlando di tutte le scienze naturali, che in massima parte conservano la loro onesta funzione di conoscenza e controllo della natura da parte dell’uomo. Di certo non sono, per esempio, in discussione la termodinamica, l’elettromagnetismo o l’entomologia. Stiamo parlando di quella parte di scienze naturali più vicine alla filosofia. Nella cosmologia, grazie a puri artifizi matematici, dapprima ci siamo ritrovati con un universo parallelo, poi con sei, poi con dieci ed ora sono infiniti. Il 10% delle tesi in Fisica è ora in Fisica Teorica. Cioè….tutta matematica. Quindi una parte ma consistente. Nelle scuole si insegna che la vita è nata dagli scontri casuali di molecole in un brodo primordiale. Cosa che nessuno è mai riuscito a fare in laboratorio. Nessuno ha osservato la nascita di un batterio, o anche di un semplice virus, da scontri casuali in un brodo preparato in laboratorio. Tuttavia ci si deve credere. Gli studenti ci devono credere.  Il senso comune ci dice che ogni cosa ha una causa e pertanto anche la Vita deve averne. Ma oggi la scienza ha abbandonato il senso comune ed aumentato a dismisura ciò a cui si deve credere. Si è avuto dunque anche qui uno spostamento della Attenzione dai sensi fisici e dal senso comune alla Credenza. La scienza ha assunto così le stesse caratteristiche di una religione. Una sorta di fede, con le sue credenze ed i suoi dogmi. Ne parleremo a lungo nella sezione dedicata agli approfondimenti, sottosezione Ricerca della Verità. Quello che importa sottolineare qui, è lo spostamento avvenuto, in una parte della scienza, dai sensi alla credenza, dalla realtà sperimentale all’immaginazione. Anche qui ritroviamo, dunque, lo stesso processo descritto più volte nelle pagine precedenti.

d – L’istruzione ha finalmente interessato, in occidente, le grandi masse popolari. Un processo altamente positivo che ha consentito l’aumento generale delle conoscenze. Molta più gente ha potuto leggere ed arricchirsi in tutti i campi, di contenuti culturali. Anche questo fenomeno ha però contribuito ad uno spostamento generale della Attenzione verso il pensiero.

e – Infine la computerizzazione della Società sembra aver completato questo immenso processo di spostamento della Attenzione.  Parte delle attività umane, ivi compreso i rapporti sociali, tendono ormai ad essere mediati da uno schermo e da una tastiera.

Manca sempre di più il rapporto umano diretto e alcuni ne hanno nostalgia.

Persino il lavoro, in certi ambiti, viene ora svolto “a distanza”. Non vogliamo qui allungare queste riflessioni, anche quanto sta succedendo è sotto gli occhi di tutti.

 

Cosa si vuol dire con tutto questo? Si vuol dire che questo è il “Terreno con cui ha a che fare  il seme lanciato dal seminatore della Parola” . Ci riferiamo alla parabola del seminatore in Matteo 13, 1-33. E perché ci interessa tanto il terreno dove cade il seme? Perché come esposto nella sezione dei fondamenti teologici, al capitolo “La teologia dell’incarnazione come fondamento teologico della vocazione religiosa del laico”, il laico che si sente chiamato ad una vocazione religiosa, dovrebbe occuparsi soprattutto di “preparare il terreno alla parola”. Invitiamo a leggere prima di proseguire proprio quel capitolo. Qui ricordiamo il suo fondamento scritturistico: “Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi” (Luca 10,1; C.E.I.). Il terreno, con la scristianizzazione, su cui abbiamo appena cominciato a riflettere, è diventato quello descritto fino ad ora. Lo spostamento che abbiamo sommariamente descritto, accentuato dall’aumento massiccio della istruzione, rappresenta l’oggetto del dissodamento degli Adoratori in Spirito e Verità. Se l’Attenzione dell’Uomo è ora spostata verso l’immaginazione, gli stati d’animo e le credenze, il  terreno si è fatto duro e verranno gli uccelli a portare via il seme della parola ivi caduto. Se si pensa che l’immaginazione, con gli stati d’animo da essa prodotta, rappresenta il tradizionale luogo di azione delle potenze dell’Aria, cioè degli spiriti maligni, la metafora degli uccelli assume un a sfumatura inquietante.  Anche i rovi, che nella parabola rappresentano gli affanni del mondo e le ricchezze, possono avere a che fare con false credenze, perché anche la cultura può essere vista come una ricchezza. Il Signore ci aveva dunque avvertiti ed il compito è duro.  Possiamo adesso capire meglio perché il Cristianesimo sta andando verso le direzioni segnalate nel capitolo “Cristiani senza Cristo”. In particolare sembrerà più chiara la trasformazione della fede in Ideologia ed in una morale sociale. Precisiamo che tra le classi più istruite il fenomeno era già presente da secoli, con l’avvento della Teologia Razionale. Come già detto stiamo assistendo ad una diffusione di massa. In pratica la classica Predicazione e l’Omiletica, pur conservando un indubbio valore, si trovano letteralmente depotenziate.

Sono immerse in un mare di parole. La Parola è diventata una “opinione” tra le tante.

 

 

Invertire la rotta

I tentativi di cavalcare la “tigre”, ivi compreso questo Blog, hanno risultati, ma purtroppo modesti. La scristianizzazione infatti, avanza inarrestabile. Usare i media, la radio, Internet etc. ha un indubbio valore, ma è necessario cercare per il seme della Parola, lo sviluppo di radici più profonde.

Il tentativo che con buone ragioni può fare il laico è quello di

RILANCIARE IL RAPPORTO UMANO “IN PERSONA”. QUESTO CON BUONE RAGIONI IL TERRENO SPECIFICO DELLA PASTORALE DEL LAICATO. INVERTIRE LA ROTTA. SFRUTTARE CON RISPETTO LA GIUSTA NOSTALGIA DELL’INCONTRO PERSONALE.

Promuovere il ritorno alla amicizia fatto di presenza fisica, di voce autentica e non elettrificata. Promuovere l’ascolto dell’altro. Cominciare a parlare di

APOSTOLATO DELLA AMICIZIA.

 

Essa rappresenta l’esatto movimento contrario della attenzione descritto fino ad ora. . Si tratta di tornare ad una Teologia e ad una Spiritualità Positiva, cioè basata sulla esperienza. Si tratta di proporre una esperienza di Dio. La liturgia, quando autentica e ben fatta, comunica una esperienza comunitaria dell’incontro con Dio. Ma è molto importante promuovere anche l’incontro personale con Dio. E forse è proprio quest’ultimo il compito specifico dei laici, a cui effettivamente non spetta presiedere alla liturgia. Proporre, attraverso l’apostolato della amicizia, la scoperta del Dialogo con il Signore, della Preghiera, della invocazione e della Risposta, dell’Adorazione e della Divina Presenza. Tornare a pregare per la guarigione dei malati, come si faceva in antichità, senza delegare questo compito a pochi santuari. Promuovere l’esperienza dello Spirito Santo e della guarigione interiore. Alcuni Teologi Ortodossi (Es. Romanidis), parlano oggi della Chiesa come una clinica. Questa attenzione si sta diffondendo anche nel Cattolicesimo Romano. Promuovere il ritorno alla “Devozione” come dono della propria vita a Dio, e cominciare noi a viverla. Porsi il problema di ciò che significa concretamente questo dono, che consiste nell’ ordinare a Dio ogni cosa che facciamo. Dalla famiglia al lavoro, dalla solitudine al tempo libero.  Trasmettere questo valore agli altri, mettendo in primo piano l’autentico significato della parola Carità, che è primariamente amore per Dio.

Non si tratta, ovviamente,  di avere uno stupido atteggiamento anti teologico o anti dogmatico, della serie “fatti non parole”. Si tratta di essere consapevoli della teologia che ci ispira ed in base al sano principio, che non c’è nulla di più pratico della teoria, applicarla con scrupolo ad ogni dettaglio della nostra vita. Essere cioè consapevoli che il Signore ci chiede una profonda Devozione a Lui. Nelle Sezioni Fondamenti Pratici 1 e 2 questo Blog tenterà di suggerire alcune soluzioni pratiche, nella speranza che il contributo dei lettori possa arricchirle.

Non possiamo che sentirci impotenti, piccoli, incapaci. Ma il nostro è il Dio dell’Impossibile e ci invita a credere nella Sua Potenza e nella Sua Provvidenza.