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Meditiamo oggi il Santo Natale con l’aiuto di Cromazio di Aquileia (IV secolo)

Il significato del censimento

“In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città” (Luca 2, 1-3). Cromazio di Aquileia coglie il senso spirituale di questi versetti: il Salvatore non poteva che nascere quando per la prima volta tutto l’Impero Romano veniva censito.  Egli infatti, con la Sua venuta, avrebbe censito tutti gli uomini per la salvezza. E questo è successo con un imperatore che per la prima volta si è fatto chiamare Augusto. Egli era imperatore della terra. L’altro Augusto, quello che nasceva, era imperatore degli angeli. Ma quale è lo scopo di un censimento? Quello di poter avere da tutti il tributo dovuto, senza che nessuno sfugga. Anche noi dobbiamo pagare il nostro tributo spirituale, prosegue Cromazio, che consiste appunto nella fede in Gesù Cristo.

Anche il nome del governatore Cirino non è casuale. Esso infatti in latino si traduce come “Dominatore”, ed appunto il Cristo rappresenta il nuovo dominatore. Troviamo infatti scritto nel capitolo 14 dell’Apocalisse: “Egli è il Signore dei Signori”. Così sta scritto perché il Cristo è il dominatore sia del cielo che della terra.

Gesù è un capo nato a Betlemme (Luca 2, 4). Cromazio sottolinea: non è un caso. Infatti in Ebraico Betlemme vuol dire “casa del pane”.  Ed appunto in Giovanni 6,41 troviamo che Gesù dice di sé stesso: “Io sono il pane venuto dal cielo”.

 

L’umiltà del figlio di Dio

“Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio” (Luca 2,6.7). Qui si mette in evidenza come Gesù sia il primogenito. Ancora di più, egli è l’unigenito. L’unico figlio nato dal Padre prima di tutti i secoli. E poi ancora, possiamo dire che è “primogenito” perché è il primo ad essere nato da una vergine. Possiamo poi dire anche “unigenito”, perché è l’unico ad essere nato da una vergine. A questo punto Cromazio ci invita a riflettere: “vedi a quanta umiltà si è abbassato il Figlio di Dio per causa nostra? Viene posto in una mangiatoia Colui che col Padre regna nel cielo. Viene avvolto in fasce colui che elargisce la veste dell’immortalità. Si mostra piccolo nel corpo Colui che è sublime e potente”.

 

Il mistero della Chiesa

Continua il vescovo di Aquileia: “E’ stato avvolto in fasce perché egli si veste dei nostri peccati”, come è stato scritto “…Si è caricato dei nostri peccati e soffrì per noi” (Isaia 53,4). È stato avvolto in fasce perché la Chiesa fosse avvolta di una veste preziosa.

Egli poi è stato messo in una mangiatoia. Con questo gesto il Vangelo ci rivela che Gesù sarebbe diventato cibo per gli uomini. La nostra mangiatoia è l’altare, al quale ci accostiamo per ricevere l’eucarestia, cibo di immortalità.

Ma cosa vuol dire l’albergo? L’albergo sta per la sinagoga, che già presa dall’errore non è stata trovata degna di accogliere il Salvatore. La sinagoga è diventata albergo di ogni errore ed ogni infedeltà, e pertanto Gesù non vi ha potuto trovare posto. Egli invece viene deposto in una mangiatoia, cioè nella Chiesa delle genti che accoglie in sé il salvatore perché vero alimento dei credenti, cibo spirituale delle anime.

 

I pastori di Betlemme ed i pastori della Chiesa

“C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Luca 2, 8-12).  Perché la nascita del Signore viene annunciato prima di tutto ai pastori? Perché i pastori sono figura dei Vescovi, pastori del gregge che è il popolo di Dio. Essi lo custodiscono dalle minacce dei lupi rapaci. Ai pastori è dato il carisma della conoscenza, ed infatti sono proprio i pastori a “conoscere” per primi dall’Angelo, la nascita del Salvatore. I pastori vegliavano tutta la notte. Essi furono trovati a vigilare contro il “sonno” dell’errore. La nostra fede deve essere sempre vigilante in Cristo. Dice poi Cromazio:

sia vigilante sempre anche la vostra devozione, perché come la dottrina del sacerdote stimola il popolo alle opere di giustizia, così la devozione del popolo stimola i sacerdoti, e così accade che il gregge prova gioia per il pastore, ed il pastore prova gioia per il gregge”.

 

La gioia degli uomini e degli angeli

“E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama” (Luca 2, 13-14).

Quale gioia è maggiore della nascita del Salvatore? Di lui gioiscono non solo gli uomini ma anche gli angeli.

 

Conclusione

Il Natale è un annuncio di salvezza. Il Vangelo ci suggerisce che il segreto che ci permette di coglierne la profonda felicità, sta nella attenta vigilanza sulla nostra condotta di vita e sulle nostre conoscenze. Come per i pastori, la veglia ci porterà in premio la gioia del Salvatore.

 

 

Bibliografia

Cromazio di Aquileia, Omelia sul Natale del Signore, da Cromazio di Aquileia, Sermoni liturgici, edizioni Paoline