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Presentando San Filarete il Misericordioso viene in mente Giobbe. La somiglianza è stupefacente.

Le prime notizie che abbiamo di Filarete lo collocano nel 780 nella città di Amnia in Paphlagonia, come un ricco agricoltore, sotto la reggenza dell’imperatrice Irene, madre del giovane Costantino VI. Lo troviamo già in età matura è sposato con una bella famiglia, terre, animali, servi. Viveva felice e nell’agio. Egli però, sentì questa libertà che gli era stata data, come una occasione per poter meglio servire Dio, aiutando il prossimo. Egli non riusciva a sopportare la vista di qualcuno che fosse nel bisogno.  Veniva subito incontro alle sue difficoltà. Come Abramo, divenne campione di ospitalità aiutando gli stranieri. Ma come Giobbe, il Signore permise al Diavolo di tentare Filarete.

 La prova

Il Santo piombò nella più assoluta povertà. Gli restarono: un po’ di terra, una coppia di buoi, un asino, un cavallo, una vacca col vitello e poco altro. Invece di disperarsi Filarete gioì, ricordando le parole del Vangelo che sottolineavano i mali delle ricchezze ( è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago…..). Non una parola di lamento uscì dalla sua bocca. Anzi, pur nell’indigenza non dimenticò la sua virtù di misericordioso. Infatti un giorno Filarete incontrò un uomo che si lamentava perché uno dei suoi buoi era appena morto. Il santo, preso da compassione, gliene regalò prima uno dei suoi, e poi due.

Vinto dalla misericordia

Ai familiari che lo rimproveravano, rispondeva di avere fede nella provvidenza. Fu così che regalò anche il cavallo ad un soldato che lo aveva perso, l’ultimo asino rimastogli ad un povero ed altro ancora. Veramente rimase senza nulla, ma a quel punto si fece avanti un vecchio amico che donò a lui ed alla famiglia quanto bastava per andare un po’ avanti. Tuttavia Filarete, correndo i tempi di una terribile carestia, non se la sentì di tenere questo dono per sé. Visto un povero affamato, gli donò la parte che sarebbe toccata personalmente a lui. Non solo, ma regalò ai bisognosi tutto il suo miele. Donò perfino i suoi abiti ad un mendicante che chiedeva cibo.

 

Il “vecchio” Giobbe ed il “nuovo” Giobbe.

Un attimo di riflessione. C’è

una differenza con Giobbe. Sembra tutta la differenza tra Antico e nuovo testamento. Giobbe si lamenta. Protesta con Dio. Chiede spiegazioni. Filarete non solo non si lamenta, ma dona anche quel poco che gli è rimasto. Ha fede nella provvidenza. Giobbe viene esaltato dalla Scrittura perché si mantiene fedele. Si lamenta, protesta, ma rimane fedele al Signore. Filarete non è solo fedele, ha speranza, perché crede che ciò che ha donato gli verrà restituito moltiplicato, come dice il Nuovo Testamento. Inoltre dona, Filarete è misericordioso. Giobbe no. Egli ci illustra con la vita la Parola Evangelica seguente:” Io vi dico, tra i nati di donna non c’è nessuno più grande di Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui” (Luca 7,28;

C.E.I.). Dopo Cristo si inaugura una nuova “Economia”, in cui lo Spirito Santo opera con potenza. Filarete ne è il frutto.

 Il premio della Provvidenza

Ma ecco che la situazione

cambia. L’istitutore del giovane Imperatore Costantino VI, inviò due emissari, per cercare nell’impero una giovane sposa per l’imperatore. Giunti ad Amnia furono accolti con grande generosità da Filarete, che comunque aveva conservato la lussuosa casa di proprietà, anche se non aveva da mangiare. Gli emissari furono molto colpiti, non solo dalla bellezza spirituale di Filarete ma anche da quella di due sue giovani figlie, Maria e Marianita. Tutta la famiglia fu condotta a corte e l’Imperatore prese in moglie Maria e dette in matrimonio Marianita ad un importante personaggio della corte. Filarete riebbe le sue ricchezze ed anche di più. Ovviamente Il santo ricominciò a donare le sue ricchezze. Tutto il suo tempo era dedicato a passare per le strade della città, regalando ai poveri monete d’oro e d’argento. Giunto il momento della sua morte, il Santo la presagì e radunò intorno a sé tutta la famiglia. Raccomandò di non dimenticare i poveri, di dare ospitalità a chi ne aveva bisogno e di rispettare i dettami del Vangelo. Quindi spirò con il viso inondato di luce.

San Filarete il Misericordioso è ricordato il 1° Dicembre.

 

Fonte: Sinassario Ortodosso