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Cosa può essere dovuto al caso e cosa no

Di fronte ad un evento che ci colpisce per la sua straordinarietà, tendiamo un po’ tutti a difenderci domandandoci: sarà un caso? Viviamo in una atmosfera che ci induce a considerare “molto scientifica” la risposta, sì, è un caso. Con questa risposta ci sentiamo seri, equilibrati, realisti. Ma è davvero così? In realtà pochi sanno che la scienza offre un metodo preciso, per stabilire se un certo evento è dovuto al caso oppure no: se vi è più di una probabilità su venti (oppure 5 su 100) che questo evento accada, dobbiamo pensare al caso, se meno no. In pratica se le probabilità che avvenga sono 3 su 100 oppure 1 su 30 o 40, il caso non c’entra, ma qualcosa di sconosciuto ha determinato ciò che è successo. Pensate, tutte le medicine che assumiamo, sono state testate seguendo questo principio. Dunque non si tratta di una vaga teoria, ma di un criterio solido ed usato, usatissimo in tutto il mondo. Se per esempio trovo una pagina di un libro, che nel suo contenuto, sembra rivolto a me e appare parlarmi in modo chiaro e vigoroso, circa i miei problemi, potrei fare un piccolo calcolo. Se il libro contiene 300 pagine e nessuna di queste tratta lo stesso argomento di quella pagina, le probabilità che quanto mi è accaduto sia dovuto al caso sarebbero 1 su 300. Risultato: la risposta della scienza è che quanto è successo NON è dovuto al caso. Siamo autorizzati, dalla stessa ragione, a pensarlo come soprannaturale. Lo stesso può avvenire per un versetto della Bibbia. Comunque il Signore non ci chiede di fare troppi calcoli matematici, ma rimane che certe proporzioni si possono fare un po’ ad occhio, per stabilire un discernimento. Tutto ciò serve per ridurre le nostre resistenze e dare il via libera alla fede.  Vediamo adesso degli esempi pratici.

 

Fiori che sbocciano senza una goccia d’acqua

Il 15 Maggio 2018, festa della Ascensione, siamo entrati nella Chiesa di San Jacopo Soprarno (San Giacomo, fratello di Dio), nostra parrocchia Ortodossa a Firenze, convinti che tutto si sarebbe svolto come sempre, con una bella liturgia. Ma qualcosa ha attirato la nostra attenzione. Qualcosa di strano era presente nell’Epitaffio (per chi non sa cosa è l’epitaffio: un baldacchino che il venerdì santo ospita una statua di Gesù crocifisso, poi portato in processione il giorno stesso). La notte del Giovedì Santo, le donne della parrocchia lavorano fino alle ore piccole per preparare l’Epitaffio con i fiori. Esso viene completamente ricoperto. È molto bello da vedersi, ed onorevole per il compito richiesto: ospitare il Signore morto. Ora l’Ascensione cade dopo 40 giorni dalla Pasqua, ed a quell’epoca si capisce che tutti i fiori con cui è addobbato l’epitaffio siano diventati secchi (vedi la foto in apertura dell’articolo: i fiori prima dell’Ascensione sono secchi). È normale, nessun fiore sopravvive così tanto senza una sola goccia d’acqua. Non c’è nessun vaso e nessun innaffiamento. Si può capire dunque la profonda meraviglia nel vedere dapprima dei boccioli spuntare e poi dei bellissimi fiori. Freschi. Come comprati ieri! La foto riprodotta qui sopra documenta l’evento ed è stata scattata il 15 maggio 2018. Fiori freschi e profumati, anche loro “risorti dalla morte”. Un simbolo che con molta chiarezza ci riporta alla resurrezione Pasquale. Cristo è veramente risorto! Sembrano dire. In questo caso francamente, sono pochi i calcoli da fare.  Si è trattato di un piccolo miracolo, volto ad alimentare la nostra fede.

 

Il lavoro di Maria

San Jacopo non ci risparmia sorprese. Vediamo la testimonianza di Maria. “Lavoro come collaboratrice domestica ed ero rimasta con poco lavoro. Avevo bisogno ed il giorno della festa di San Jacopo, mi sono recata al mattino in Chiesa.  Ho pregato intensamente il Signore che mi facesse la grazia di trovare qualcosa, con l’intercessione del santo protettore della nostra parrocchia. Mentre pregavo sentii che una mano si era posata su di me, ed ho pensato a San Jacopo. Nel pomeriggio sono tornata in Chiesa per i Vespri. Ed ecco la sorpresa: Padre Nicola mi informa di ben tre lavori capitati nello stesso giorno! L’ intercessione di San Jacopo aveva ottenuto la grazia. Tre lavori. Tre lavori nello stesso giorno. Non mi era mai capitato.”

Maria non ha vissuto un’eccezione. Molti di noi potrebbero raccontare piccoli miracoli del genere. Succede però che…capita di dimenticarsene.

 

Miracolo alla….curva Fiesole (!)

La notte tra il 2 ed il 3 novembre 2023, nell’area metropolitana fiorentina, a seguito di una pioggia intensa, alcuni affluenti dell’Arno sono straripati. Colpito soprattutto l’abitato di Campi Bisenzio, con alcuni morti ed un livello dell’acqua che è arrivato fino ad un metro e mezzo-due. Una devastazione. Centinaia di autovetture risultano distrutte e sono pesantemente danneggiati negozi ed abitazioni, situate al piano terra. Molti hanno perso tutto. C’è chi si ritrova a dover acquistare una seconda macchina, per poter lavorare, senza aver finito di pagare la prima. Il giorno dopo si poteva raggiungere Campi Bisenzio in barca. Molte famiglie sono state isolate, ed i giorni successivi la cittadina appariva sommersa dal fango, come accadde a Firenze nel 1966. Scatta la solidarietà. Centinaia di giovani arrivano come volontari, per aiutare gli sfortunati abitanti di Campi. Già è bello vedere questa gara di solidarietà, ma c’è qualcosa di più. Qualcosa che colpisce davvero. Per comprendere, bisogna sapere che ogni buon tifoso della Fiorentina è letteralmente tenuto ad avversare la squadra della Juventus. Incolpata di aver “rubato” lo scudetto alla squadra di Firenze tanti anni fa, la Juve è diventata negli anni la squadra da battere. Bisogna aggiungere che per alcuni non si tratta solo di un fatto sportivo, ma di un vero e proprio odio. La partita con la Juve diventa così la partita dell’anno. Battere la Juve, specialmente in modo sonoro, rappresenta quanto c’è di più entusiasmante per il tifoso viola. Pensate, qualche anno fa, la Fiorentina vinse con la Juve ed il parroco di una chiesa del quartiere di Santa Croce, suonò a distesa le campane per festeggiare, alle 11 di sera, sicuro di non disturbare nessuno perché sapeva che tutti i parrocchiani erano incollati alla TV a vedere la partita. Ebbene, domenica 5 novembre c’era allo stadio Franchi di Firenze proprio Fiorentina- Juventus. I tifosi della curva Fiesole, quelli più accesi, hanno chiesto alla Federazione calcio di spostare l’evento vista la calamità naturale abbattutasi su Firenze. La richiesta, sostenuta dallo stesso sindaco è stata respinta. Per tutta risposta i tifosi viola, quelli più arrabbiati, quelli che talvolta hanno riempito le cronache dei giornali per gli scontri violenti con le tifoserie avversarie. I più scalmanati. I più accesi. Sì proprio loro, i tifosi della curva Fiesole hanno deciso di andare in massa a Campi Bisenzio a spalare il fango, per tutta la giornata del 5, disertando la partita.  Disertando la partita dell’anno. Per i Campigiani. La solidarietà prima di tutto. Sì certamente si potranno accampare spiegazioni sociologiche. Magari anche psicologiche. Tutto quello che volete. Ma per superare un fatto passionale di tal fatta. Per vincere quello che per qualcuno è odio puro, non c’è che ricorrere ad una forza che agisce nelle pieghe profonde dell’anima.  Alla forza segreta dello Spirito Santo. Già il Vangelo in un famoso passo (Matteo 25,31-46), ci ha insegnato che qualcuno, pur senza riconoscere Cristo, avendo fatto del bene, si salverà. Ma la cosa è ribadita dai Padri della Chiesa. Dice infatti Massimo il Confessore: “Lo Spirito Santo non è assente da nessuno degli esseri, soprattutto in quelli che in ogni modo partecipano della ragione. ….poiché è Dio e Spirito di Dio, e si trova provvidenzialmente in tutti con la Sua potenza….per questo vediamo molti uomini, anche tra i più barbari e nomadi, volgersi ad una vita decorosa e buona” (San Massimo il Confessore, Capitoli vari, I° centuria, n°72, Filocalia vol. 2).  Allora diciamolo. Il 5 novembre Firenze ha assistito ad un piccolo miracolo dello Spirito Santo: l’Amore e la Misericordia hanno vinto sulla rabbia e sugli insulti.

 

Conclusione

Teniamo aperti i nostri occhi. Dio non è lontano, e ci parla con i fatti. Con gli stessi fatti che ci accadono ogni giorno. Basta guardare con fede e accorgersene.