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Brevemente, i consigli per il digiuno quaresimale

Il digiuno quaresimale prevede per i laici i seguenti consigli orientativi: Dal lunedì puro alla fine della Settimana Santa, astenersi da carne, pesce, uova, latticini, vino. L’olio viene evitato nei monasteri dal lunedì al venerdì ma è generalmente consentito ai laici. Il pesce è consentito i giorni dell’Annunciazione e della Domenica delle Palme. Per le coppie sposate, viene chiesto di astenersi dai rapporti matrimoniali.

Una Parola rivelatrice

La domenica che precede il Lunedì Puro e l’inizio della Quaresima nella Chiesa Ortodossa, il Vangelo della Liturgia Eucaristica è quello di Matteo 6, 14-21. “Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano.  Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”.

Cosa ci vuole insegnare la Chiesa con questo bellissimo passo del Vangelo di Matteo? Tra i molti suggerimenti, proviamo ad accoglierne alcuni, cercando di interpretare insieme alcuni versetti. “Non accumulate per voi tesori sulla terra”: quali sono le cose a cui diamo veramente valore? Questa la prima domanda. Dove poniamo l’attenzione? Dove rivolgiamo i nostri desideri? Ed infine, più radicalmente: a cosa facciamo caso? Cosa notiamo di più? Il Signore si preoccupa per noi. Sa che siamo portati a dare valore solo a ciò che è materiale. “dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano”.  Sembra dirci: non solo i beni materiali non si portano nell’Aldilà dopo la morte, ma nemmeno in questa vita sono sicuri. Qualcuno li può rubare o possono deteriorarsi in breve tempo. Ma perché queste raccomandazioni? Perché il Signore sa che a causa del Peccato Ancestrale dei nostri Antichi Progenitori, abbiamo perso quella facoltà del Cuore, che ci metteva a diretto contatto con Dio. Non percependo più la sua presenza, il nostro desiderio, anziché rivolgersi a lui come naturalmente sarebbe disposto, si rivolge a noi stessi. I Padri la chiamavano “Philautia”. E l’Ira anziché orientata ad allontanare da noi il male, si concentra su ciò che ci impedisce di realizzare i nostri desideri egocentrici. Resi ormai ciechi dal peccato, ci accorgiamo, notiamo, desideriamo per noi stessi, solo ciò che si vede e si tocca. Non vediamo più le cose “Intellegibili” (o invisibili), vediamo solo quelle sensibili (visibili). Essendoci per noi solo quelle, desideriamo quelle per noi, incuranti del fatto che i ladri possono rubarcele e la tignola corroderle. Quindi il nocciolo è un desiderio mal orientato. A sua volta l’Ira si scatena poi in modo inappropriato, se qualcuno o qualcosa prova a “Toccarcele”.  Quello che non va, quello che è malato, sono dunque i nostri atteggiamenti. Essi sono inclinati verso l’egoismo ed i Padri ci hanno insegnato a chiamare “Passioni” il desiderio e l’ira mal orientati. Esse sono: la gola, la lussuria, l’avarizia, il desiderio di accumulare cose, la vanagloria, l’orgoglio, la superbia, la collera, la paura che rende pusillanimi, l’invidia, la tristezza e l’accidia. Sono tutti i nostri vizi. Secondo molti autorevoli Padri della Chiesa, la gola è il punto di partenza da cui un po’ tutto deriva. Forse non è così per tutti ma per molti sì. È il motivo per cui la Chiesa dedica una particolare attenzione al digiuno. Dobbiamo pensare la Chiesa come una grande Clinica. Si tratta del luogo dove noi curiamo l’anima sconvolta dalle passioni. Ai sacramenti essa associa l’educazione al controllo degli istinti. Prima di tutto con il digiuno, ma anche, per chi è sposato, con il controllo dei rapporti matrimoniali.  Questo appunto è un primo passo. Più difficile per alcuni e più facile per altri. Dipende da quali passioni ci colpiscono di più. C’è chi è molto goloso e fa grande fatica a praticare il digiuno, c’è anche chi è avaro od orgoglioso e ce la fa in scioltezza. Questi ultimi faranno più fatica nel controllare istinti come la paura di spendere o dare agli altri o il desiderio intenso di lodi. Un po’ per tutti è necessario considerare il digiuno un cammino. Un percorso che attraversa tutto il nostro comportamento.

 

Lasciarsi curare il cuore

 “Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”. La Quaresima è dunque un grande periodo di cura e rigenerazione. Il lavoro interiore di correzione e controllo delle nostre passioni sembra prepararci ad una nostra prima “Resurrezione” con la quale accompagniamo quella del Signore. Sbaglia chi pensa questo periodo liturgico, come epoca di dolore. Il cuore che guarisce anche solo un po’, esulta di gioia. È la riscoperta della fine e sottile gioia dello Spirito il prodotto delle nostre astinenze, non la tristezza.  Quest’ultima è semmai una passione dell’anima che si genera quando ci viene a mancare ciò che bramiamo con una avidità non corretta. I Padri del Deserto raccontavano che un novizio, dopo 6 mesi di vita con loro, nei loro monasteri, raggiungeva una Gioia profonda, frutto evidente dello Spirito. Quindi attenzione! Il Digiuno nella Chiesa non è fatto per colpire il corpo o la materia. Non si tratta di seguire una Filosofia Gnostica che esalta lo Spirito condannando la carne. Si tratta di correggere delle attitudini controproducenti, che ci distolgono dalla vera gioia ubriacandoci di “contentezza”. Cioè di falsa gioia. Siamo “contenti, quando mangiamo bene al ristorante, quando ci vanno bene gli affari e guadagniamo molto, quando veniamo lodati. Ma queste soddisfazioni, come dice il Signore, durano poco. Alle scorpacciate seguono disturbi digestivi, l’economia può girare e gli affari andare male, le lodi facilmente si tramutano in insulti per l’invidia altrui. Ecco che il Signore ci dà un ulteriore consiglio: “accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano”. Questi tesori sono le Virtù o Attributi Divini: la pazienza, la temperanza, l’umiltà, la fedeltà, la compassione, la misericordia etc.

È il volto del controllo degli istinti e del loro impiego per il Regno. Il cuore, rigenerato, diviene abitazione dello Spirito Santo che è Gioia e Pace. Esso manifesta la sua presenza con i Suoi doni, come la fortezza di fronte alle tentazioni, la misura negli istinti, l’amore per Dio. Se noi siamo fedeli all’Eucarestia, alla confessione, alla liturgia della Chiesa. Se ci impegniamo anche da soli a casa a ricercare la Divina Presenza con la Preghiera individuale e la lettura Spirituale, la Grazia non mancherà di scendere su di noi aiutandoci nel nostro percorso di salutare rinuncia. Essa non mancherà di aprirci ai frutti dello Spirito: Virtù, Gioia e Pace.

 

Come agiscono il Digiuno e la Preghiera

Perché digiuno e preghiera sono una cura? Semplice. Tendiamo a cadere quando nella nostra mente si presenta un “pensiero” o “Logismos” (cioè tentazione), che suggerisce una azione egocentrica e contraria ai comandamenti. La forza di questo pensiero, spesso unito ad una immagine, sta nel fatto che esso si “incolla”, ad una emozione. Ad una emozione piacevole o passione. In questo modo si crea la “potenza” mentale della suggestione, che ci spinge ad agire male.

Il digiuno moderato ed equilibrato, fatto seguendo le regole della Chiesa, e la preghiera personale, fatta soprattutto in occasione di situazioni difficili staccano l’immagine o il pensiero dall’emozione, dalla passione. Questo scollamento permette l’entrata in azione della ragione.  Le false certezze, infatti, sono dovute ad un offuscamento della ragione, ma se le immagini sono “disinnescate”, l’intelletto può operare, perché non sottoposto ad alcuna suggestione. Ecco allora che possiamo “capire”. Ma il bello è che non soltanto riusciamo a difenderci dagli inganni degli spiriti maligni, ma ci alleniamo a mettere attenzione un po’ meno alle emozioni ed un po’ di più a quello che il Signore ci offre di comprendere. Infatti che il “perdono” che supera i nostri risentimenti sia un bene eterno che sta in cielo, come ci dice il Vangelo, lo capiamo, non lo vediamo, non lo assaporiamo, non lo tocchiamo. E così la Misericordia, la Temperanza, l’Amore per Dio, la Pazienza e tutte le altre virtù, di cui il Signore vuole che ci adorniamo. La loro importanza si comprende, non si assaggia. Ecco spiegato il pensiero dei Padri, che ci invitano a pregare e digiunare per passare dal sensibile all’intellegibile. Intellegibile vuole appunto dire “che si capisce”.

 

Conclusioni

 Quali sono gli effetti concreti, allora, del Digiuno e della Preghiera Quaresimali?

  • Un maggior senso di pace e di gioia, perché lo Spirito Santo che abita in noi dopo la comunione, quando siamo meno ossessionati dalle nostre passioni, è più libero di farsi sentire ed agire. Ed il frutto è appunto la Pace unitamente alla Gioia.
  • Maggiore discernimento. Non solo nelle faccende dello Spirito, ma anche nelle questioni di ogni giorno, abbiamo un grande bisogno di usare il cervello piuttosto che la pancia. Quanti errori facciamo per agire troppo di istinto. Per paura di cose immaginarie. Per antipatie immotivate. Tanti. Alcuni con effetti duraturi e dolorosi. La Quaresima, quindi, non ci aiuta solo ad essere più vicini al Signore, ma anche ad evitare errori talvolta madornali.

Concentriamoci dunque con serenità sul digiuno Quaresimale che la Chiesa ci offre per la nostra guarigione e la nostra felicità. Fiduciosi nella Speranza di risorgere anche noi a nuova vita insieme al Signore il Giorno di Pasqua.  

 

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