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Prostitute e pubblicani

Esaminiamo questo passo del Vangelo.

“Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va’ oggi a lavorare nella vigna.  Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò.  Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L’ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio (Matteo 21,28-31)»”.

A prima vista l’interpretazione di questo passo sembra facile. Come sempre viene esaltata la figura del peccatore pentito, un po’ come nella parabola del figliol prodigo. Certo. Questo è vero. Ma forse ci sono altri aspetti da esplorare. Intanto: perché proprio i pubblicani e le prostitute? Poteva dire i ladri o gli omicidi. Invece si sofferma proprio su queste due categorie. Pubblicani e prostitute. E forse non ha caso. Infatti rappresentano le due forme di avidità più frequenti tra gli uomini. Il disordine nel desiderio sessuale e nel desiderio di danaro. I pubblicani infatti si arricchivano sulle spalle della povera gente, riscuotendo le tasse. Il Signore ci fa notare questo. Chi desidera molto, talmente tanto da scivolare nel disordine e nel peccato, se si converte può avvicinarsi di più a Dio. Sembra un mistero. Perché mai? Un forte desiderio sembra invece un ostacolo. Può apparire come estraneo all’ordine ed alla compostezza. La soluzione la troviamo nei santi. Tra questi l’esempio forse più spettacolare è costituito da Santa Maria Egiziaca.

 

 Santa Maria Egiziaca il fiore del deserto

Santa Maria Egiziaca, come dice il nome, viveva in Egitto. Scappò di casa a 12 anni per menare una vita di desiderio senza freni. Non si faceva pagare, le piaceva. Dopo qualche anno, un giorno venne a sapere che a Gerusalemme si sarebbe adorata la Croce di Cristo. Volle andare anche lei e si imbarcò. Non mancò di continuare con le sue dissolutezze, anche sulla nave che la portava nella Città Santa, fino a quando si trovò davanti al tempio che custodiva la Croce. A quel punto successe qualcosa di inaspettato. Una forza misteriosa le impediva di entrare e di andare a venerare la santa reliquia. Si andò allora a raccogliere nei pressi della chiesa. Dopo che ebbe ripensato a tutto, comprese che doveva pentirsi e cambiare vita.  Dopo il pentimento poté adorare la Croce di Cristo. Dunque fin qui una storia di conversione. Si ha un cambiamento. Maria si era resa conto di aver sbagliato l’oggetto del proprio desiderio. Dopo l’errore ancestrale di Adamo ed Eva, l’uomo ha perso il contatto con Dio e pertanto tende ad indirizzare il proprio desiderio, non più verso di Lui, ma su oggetti e persone del mondo. È purtroppo un errore frequente soprattutto da giovani, come accadde a Maria. La conversione rappresenta una medicina per questa malattia dell’anima. E la Santa, subito al mattino, corse a farsi medicare il cuore, con la confessione e l’eucarestia, il farmaco d’immortalità. A quel punto Maria sentì dentro di sé una voce che la invitava a passare il Giordano. Ella comprese di essere chiamata alla solitudine nel deserto, dove avrebbe trovato la pace. Visse colà per 47 anni, fino a quando fu ritrovata da San Zosima, a cui descrisse tutta la sua vita. Zosima, che era prete, la comunicò e la ritrovò in seguito morta.  Per approfondimenti sulla vita vedi il link in fondo all’articolo.

Maria aveva vissuto una vita di preghiera, combattendo per anni contro le impronte negative, che il suo passato aveva lasciato nella sua anima. Si era comunicata solo due volte, all’inizio ed alla fine della sua vita spirituale. Zosima rimase atterrito, quando la vide sollevarsi da terra mentre pregava. Tutto in lei appariva prodigioso. Come aveva fatto a sopravvivere nel deserto per tutti quegli anni?

 

Santa Fotina dimostra che nel deserto da soli si può stare

Ma davvero è esistita santa Maria Egiziaca? Come può una donna da sola, vivere in un territorio così ostile come il deserto, trovare acqua e cibo, e resistere a quelle temperature?

La dimostrazione “scientifica” che si può, ci viene da una replica quasi esatta. In tempi molto vicini a noi, una donna di Alessandria si imbarcò per andare a vivere all’Athos, travestita da uomo. A Gerusalemme cambiò orientamento (per fortuna) e decise di passare il Giordano, e vivere nel deserto come Santa Maria. Fu incontrata parecchi decenni dopo da un monaco, a cui descrisse la propria vita. Dunque è possibile. La vita di Santa Fotina è raccolta in un testo di cui diamo gli estremi in fondo all’articolo (Purtroppo è in Francese). D’altra parte, che la grazia dello Spirito Santo modifichi anche il corpo e lo renda resistente a stress molto rudi è cosa nota. Tutto il cristianesimo siriaco dei primi secoli ce lo racconta. Il campione è San Simeone lo stilita. Un uomo che visse decenni in cima ad una colonna. Sotto il sole mediorientale….sotto pioggia e intemperie…si fa fatica anche solo ad immaginarlo. E pensare che questo atleta di Cristo, non contento, stette per 2 anni su una gamba sola. Pareva a lui poco, quello che stava facendo. Ma il turista, anche donna, che volesse vedere qualcosa del genere all’Athos, non ha che da prendere un battello, dei tanti a disposizione e visitare, dal mare, gli asceti di Kapsokalivia. Questi monaci se ne stanno in cellette larghe non più di 2 metri e profonde uno e mezzo circa, abbarbicati letteralmente alla roccia a picco sul mare, e ricevono il cibo da un paniere calato dall’alto. Una condizione di vita impossibile, ma …possibile.

 

Perché il desiderio?

Ma il messaggio più importante della vita di santa Maria Egiziaca, non è tanto questo. Vediamo. Che cosa aveva fatto Santa Maria in tutti quegli anni?  Nulla. Non aveva fatto nulla, era vissuta nel più completo nascondimento. Non aveva incontrato nessuno. Non aveva fatto elemosine. Non aveva neanche assistito a Liturgie o fatto la comunione. Nulla. Non aveva fatto nulla. Eppure è divenuta una santa così grande da avere, nella Chiesa Ortodossa, oltre al suo giorno di commemorazione, anche una domenica a lei dedicata. La domenica prima di quella delle Palme. In un periodo in cui con lei sono festeggiati Maria la Madre di Dio e San Giovanni Climaco. La purezza e l’ascèsi della Quaresima prima della Resurrezione Pasquale. Molti sono i miracoli attribuiti alla sua intercessione, e risulta venerata anche dalla Chiesa Cattolica, che a Roma le ha dedicato una chiesa monumentale. Ma allora perché? La risposta è semplice. Perché aveva amato. Aveva amato con tutto il cuore il Signore. Il suo grande desiderio, dopo la conversione, ha ritrovato la strada che le era stata assegnata dai progetti di Dio. La purificazione del cuore aveva permesso allo Spirito Santo di agire su di lei, guidando il suo amore verso Cristo. La santa aveva risposto a modo suo alla domanda che Gesù pose a Pietro: “Simone di Giovanni mi ami tu?”(Giovanni 21,15). Il nostro è un Dio che cerca amore. Lo cerca il Figlio come si è visto con Pietro. Lo cerca perfino il Padre. Vediamo infatti in Marco 12,29-30; “Il primo (comandamento) è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Maria ha fatto questo. Ha adorato ed amato. E il suo amore è stato potente intercessione per tutta la Chiesa.

 

La grazia di Santa Maria Egiziaca su tutta la Chiesa

C’è però un’ultima cosa da sottolineare e meditare, ed è questa:

come è possibile che una donna sola, in mezzo al deserto, possa comunicare luce e grazia su tutta la Chiesa? Ce lo spiega San Paolo :

“Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. 13E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito” (1 Corinzi 12,12-13). Dunque Santa Maria Egiziaca ci mostra con la sua vita e con i miracoli ottenuti per sua intercessione, che i credenti sono invisibilmente uniti come un corpo solo. Ciò che reca vantaggio all’uno lo reca a tutti. La grazia ottenuta dall’uno si comunica a tutti, perché tutti uniti siamo un solo corpo.  Da qui la grande opera non solo di Santa Maria Egiziaca, ma di tutti gli eremiti.

 

Conclusione

 

Imitiamo dunque il “fiore del deserto”:

dedichiamo al Signore un certo tempo ogni giorno. Coltiviamo la pianticella dei Divini Sacramenti, con la preghiera e la lettura spirituale. Basta poco. Magari appena svegli, per consacrare al Signore tutta la giornata.

Possiamo anche recitare qualche salmo oppure dire con semplicità quello che ci viene dal cuore con parole nostre. Meditiamo la Sacra Scrittura e le sentenze dei Padri del Deserto. Proviamo a recitare la preghiera di Gesù negli spostamenti. Bus e metro sono una buona occasione per pregare, per chi proprio non ha tempo. Ma i più privilegiati sono coloro che soffrono di insonnia. Se si comincia a pregare la notte si scoprirà che l’insonnia è un dono. Pregare nel silenzio della notte rapisce il cuore. Non subito ma con il tempo, la gioia dello Spirito è assicurata. Forse per una sola ora. Ma ci sarà. E in questo deserto casalingo ci faranno compagnia Santa Maria Egiziaca, Santa Maddalena, Sant’Antonio e tutti gli eremiti che ci hanno insegnato quale è la base, il punto di partenza della vera fede.

 

Per maggiori informazioni sulla vita di Santa Maria Egiziaca:

http://www.ortodossia.it/w/media/com_form2content/documents/c17/a2103/f255/Vita%20di%20s.%20Maria%20l’egizia.pdf

 

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https://adoratori.com/2-vivere-la-solitudine-nella-natura/

 

Per conoscere la vita di Santa Fotina (In Francese)

Joachim Spetsieris, SANTE PHOTINE L’ERMITE, ed. l’age d’homme.