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Da dove nasce la vita?

“…Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita…” (Il Credo)

Ecco il mare spazioso e vasto:
lì guizzano senza numero
animali piccoli e grandi.
Lo solcano le navi,
il Leviatàn che hai plasmato
perché in esso si diverta.

Tutti da te aspettano
che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,
tu apri la mano, si saziano di beni.
Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
togli loro il respiro, muoiono
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra”
(Salmo 103 – LXX, 25-30).

“Re celeste Paraclito, Spirito di Verità presente in ogni cosa, tesoro di tutti i beni e sorgente di vita…” (dalla liturgia Ortodossa)

Il Credo che tutte le domeniche recitiamo in Chiesa, la Sacra Scrittura e la liturgia, ci confermano una cosa straordinaria. La vita, la semplice vita, è dono dello Spirito Santo.  Il

Salmo 103, descrive il miracolo della vita:

“Stendi le tenebre e viene la notte
e vagano tutte le bestie della foresta;
ruggiscono i leoncelli in cerca di preda
e chiedono a Dio il loro cibo.
Sorge il sole, si ritirano
e si accovacciano nelle tane.
Allora l’uomo esce al suo lavoro,
per la sua fatica fino a sera.

Quanto sono grandi, Signore,
le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature (103 – LXX, 20 – 25).

Diceva un famoso scrittore, che un poeta è colui che vede in ogni cosa un miracolo. Sembra proprio quello che il salmista vive e ci vuole far vivere: lo stupore, la meraviglia di fronte alla vita. E la vita è un miracolo. Non ce ne accorgiamo, ma è così, e la scrittura ce lo ricorda. Ci incoraggia a scoprirne i particolari. Ce li descrive. La vita, il brulicare della vita nel mondo. Gli alberi e gli animali, certo. Ma anche le attività dell’uomo. Il contadino che si reca al campo, ma anche l’artigiano che si reca alla sua bottega. L’insegnante alla propria scuola e l’impiegato al suo ufficio, come l’operaio nella sua fabbrica. Tutte le manifestazioni della vita sono opera dello Spirito Santo. Tutte sono sante. Non c’è nulla di profano tranne il peccato. Nell’uomo, i genitori osservano talvolta con stupore, il manifestarsi della vocazione alla vita nei loro figli. Nascono da ragazzi degli interessi, che poi vengono coltivati e sbocciano in un lavoro. A volte sono le circostanze e persino i fallimenti e gli intoppi che dirigono i giovani verso il compito loro assegnato, dallo Spirito di Vita.

 

Ma cosa è la vita?

Il credente è fornito di uno sguardo spirituale, che sa andare oltre le semplici manifestazioni fisiche. La vita infatti viene descritta dagli studiosi come un fenomeno biologico, caratterizzato da reazioni chimiche. Ma l’uomo spirituale va oltre, perché cerca nel mondo il senso segreto che fa di ogni cosa un’opera divina. Ebbene, sono i Padri a rivelarci il segreto della vita.

La vita è il movimento di ogni creatura verso il proprio creatore, ed è esattamente per questo che è santa.

Infatti non basta che le cose siano state create. Perché esistano devono contemplare il proprio creatore e dirigersi verso di Lui. È il ritorno di ogni cosa, anche materiale, verso il Signore per l’atto finale della creazione: l’unione con Dio, l’unione di Spirito e materia, l’essere Dio “Tutto in tutti” (1 Corinzi 15,28). Ecco allora che tutto acquista un senso. E, ripetiamolo, si comprende bene perché ogni vita ed ogni attività, sia sacra.

Ma tutto questo che c’entra con la guarigione dal disordine delle nostre passioni?

 

Lo scorrere della vita e le nostre passioni

Naturalmente, la bellezza del manifestarsi della vita è sciupato in qualche angolo dagli effetti del peccato ancestrale. Esso infatti spinge gli uomini fuori dal percorso della vita. Per questo non tutto fila liscio. Qualche figlio è un po’ scapestrato, e fatica a mettersi sul sentiero a lui destinato. Il lavoro va bene ma qualche superiore mette a dura prova la nostra pazienza. La famiglia è una bella cosa ma non sempre c’è comprensione reciproca. Poi ci sono le malattie, gli incidenti, i rovesci economici, i disastri naturali, i licenziamenti, la povertà, l’ingiustizia, etc. In una parola, accanto alla gioia di far parte della vita che zampilla dallo Spirito, ci sono gli affanni, frutto diretto o indiretto della caduta dei nostri progenitori, del peccato ancestrale. Sì, certo, oltre a queste cose ce ne sono alcune che proprio non riusciamo a capire: terremoti, gravi malattie nei bimbi, la morte dei nostri cari….e tante altre. È vero. In queste ultime ed incomprensibili circostanze, Dio stesso, ricordandoci la conclusione del libro di Giobbe, sembra chiederci di abbassare la testa e di ammettere che non capiamo. Sembra chiederci un atto supremo di umiltà: noi non capiamo, ma il Signore sa. Che Dio sarebbe se il suo agire fosse sempre spiegabile ed interpretabile dall’intelligenza dell’uomo? Non sarebbe “l’Altissimo”, ma un uomo come noi. Per fortuna però, non tutti i nostri dolori sono così. In buona parte molti affanni si “impastano” con il tessuto della vita, in un fitto intreccio di soddisfazioni, gioie ed ostacoli. Qui, più che la nostra (poca) intelligenza, viene in soccorso la fede, con la sua lettura spirituale della realtà. Ce ne parla San Paolo che dice:

“Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Filippesi 4,6-7).

Le circostanze avverse sono permesse da Dio, per educarci a rivolgerci continuamente a Lui.

Il Signore, come San Paolo ci insegna, vuole che la nostra attenzione spirituale sia sempre rivolta verso di Lui, almeno come possibilità. Vivere la fede come laici nel mondo, vuol dire in buona parte questo: imparare a fare della nostra vita, di ogni circostanza, favorevole od avversa che sia, un’occasione di incontro con Lui. La vita è nostra “maestra”. Se vogliamo davvero vivere la fede, a questo Dio ci chiama: a vivere tutto ciò che ci capita come occasione che risveglia la nostra “attenzione spirituale” verso di Lui.

San Paolo ci insegna il segreto della fede: chiedere. Chiedere con spontaneità, come bimbi al proprio Padre. Con sentimento. Con parole proprie. Bastano pochi minuti davanti ad un’icona in chiesa, oppure in autobus mentre andiamo al lavoro. Quando Dio ci risponde, nasce in noi la gioia e con essa aumenta la fede. Ecco perché domandare ci fa crescere.

 

L’inizio della cura delle nostre passioni: guardare fissi a Lui

Prima ancora di correggere la gola con digiuni e la superbia con l’obbedienza, la prima medicina è quella che ci indica il Vangelo di Giovanni:

“E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Giovanni 3, 14-15).

Mosè, per ordine del Signore, guariva gli Israeliti nel deserto dal morso del serpente (simbolo del peccato ancestrale), mostrando al loro sguardo un serpente di rame. Giovanni usa questo simbolo, per dirci che saremo guariti fissando il Messia Cristo Gesù. Ecco perché la prontezza della nostra attenzione nel rivolgerci a Dio in ogni circostanza costituisce la prima cura per le nostre passioni. È la stessa scrittura ad indicarcelo. Il perché è chiaro: prima di tutto abbiamo bisogno di invocare e di ottenere la grazia divina. Guardare a Gesù ci aiuta infatti a riprendere la direzione della vita che avevamo perduto con il peccato. Ritorniamo a far parte di quel movimento generale che va verso Dio, e terminerà in Lui con una nuova creazione.

 

Conclusione

Siamo abituati ad immaginare la cura delle nostre passioni come il luogo di duri esercizi ascetici. Ma se fosse così sarebbe l’uomo a guarire e non Dio. Dunque il primo passo verso la guarigione consiste nell’imparare dalle circostanze della vita, a metterci in contatto con un Dio vivo, un Dio che ci chiede uno stretto rapporto con Lui. Un costante dialogo frutto di una lenta e lunga educazione, generata dallo sbocciare e dal fluire della vita.

 

LINK CON L’ARTICOLO PRECEDENTE

GUARIGIONE INTERIORE E SUPERAMENTO DELLE PASSIONI – Prima parte

https://adoratori.com/guarigione-interiore-e-superamento-delle-passioni-prima-parte/