Home English EN French FR German DE Greek EL Italian IT Portuguese PT Romanian RO Serbian SR Spanish ES

SI CONSIGLIA DI LEGGERE GLI ARTICOLI DELLA SERIE “LA SAPIENZA DELL’ ATHOS” INIZIANDO DALLA PRIMA PARTE

https://adoratori.com/la-sapienza-dellathos-prima-parte-perche-e-utile-anche-ai-laici/

Quale è lo scopo della vita?  Molti vedono nello svolgersi della vita un cammino di perfezionamento morale. Questa visione dell’esistenza interessa i laici animati da una buona filosofia, ma anche molti cristiani. E’ necessario cominciare a prendere coscienza che non è così. Lo scopo della vita cristiana è un altro. E’ la Theosis, maldestramente traducibile in Italiano con Deificazione (ma non si può far di meglio). Cerchiamo di comprendere. Cosa dicevano i Padri della Chiesa? Cosa ci insegna a questo proposito, la Tradizione? Ci tramanda che nella vita cristiana ci sono tre fasi:

  • La fase della purificazione
  • La fase della Illuminazione
  • La “Theosis” o glorificazione

Della purificazione abbiamo parlato nella parte precedente, descrivendo l’ascetismo.  Rimangono  da descrivere la illuminazione e la Glorificazione. Essa, appunto, è per i padri l’essenza della vita cristiana, ed il suo fine. Qualcosa, quindi, di molto diverso rispetto ad una perfezione morale. Anzi, come vedremo, la Theosis è qualcosa di ben più affascinante e travolgente di una perfezione morale. Essa ci parla nientemeno che della unione con Dio!  Un proverbio dei padri diceva “Dio si è fatto Uomo perché l’Uomo si facesse Dio”.  Questo mette davvero il Cristianesimo al di sopra di ogni filosofia, rendendolo più affascinante e forse realmente stupefacente. L’unione con Dio! Ma come è possibile? Come avviene?

 

L’Incarnazione alla base della Theosis

 Come abbiamo appena detto, i padri ci hanno tramandato un concetto fondamentale: “Dio si è fatto Uomo”, cioè si è incarnato, perché “L’Uomo divenga Dio”. In altre parole, alla base della Theosis, cioè della Deificazione, essi ponevano l’incarnazione. Perché? Perché si doveva riparare alla precedente separazione causata dal peccato ancestrale di Adamo ed Eva.  Con la caduta Essi si erano separati da Dio. Purtroppo con questa divisione, non solo i nostri progenitori, ma tutta l’umanità si è separata da Dio, perdendo la prima comunione; quella dell0Eden.  Era quindi necessario ricostruire una seconda comunione.  Ecco allora uno degli aspetti più profondi della Incarnazione. Ricomporre questa comunione tra Dio e l’Umanità. Questo non poteva che avvenire, ci dice San Gregorio di Nazianzo, che nella Unione della Natura Divina con la Natura Umana del Cristo. Nel Signore Gesù, infatti, si realizza una Unione senza Confusione tra Umano e Divino. Tra Dio e l’Umanità. Più precisamente le due Nature, Umana e Divina, rimangono distinte e non sono mescolate, perché sono unite:

  • Senza confusione
  • Senza separazione
  • Senza cambiamento
  • Senza divisione

Grazie a questa ritrovata comunione tutta l’umanità ha ritrovato l’unità con Dio. Soprattutto attraverso il pentimento, la Grazia può ora operare, Divinizzandoci per Adozione.  Ecco il senso profondo dell’essere Figli di Dio.

 

Il luogo della Divinizzazione è la Chiesa

 L’Unione con Dio si realizza con il Corpo di Cristo che è costituito dalla Chiesa. Questo aspetto va sottolineato e meditato. I Cristiani non sono i seguaci di un filosofo. Non si realizza l’Unione con Dio attraverso una morale. La si realizza prima di tutto con il santo Battesimo che ci inserisce nella Chiesa, Corpo di Cristo. Possiamo poi essere membri vivi, se ci comunichiamo e ci confessiamo. Possiamo essere membri “morti” se non lo facciamo e ci allontaniamo dalla Chiesa. Ma una volta allontanati, se ci pentiamo e ritorniamo, ecco che la “Vita in Cristo” ci viene restituita. Dunque è importante sottolineare la centralità della vita sacramentale nel mistero della Theosis. Solo se vi sono i sacramenti tutto il resto ha senso: preghiera, ascesi, spiritualità.

 

La Theosis è possibile grazie alle energie increate di Dio

Stiamo parlando di unione con Dio. Ma come si realizza? Abbiamo visto il luogo deputato alla Theosis, cioè la Chiesa.  Resta da comprendere come sia possibile che noi uomini, creature finite, ci si possa unire con il Dio Trascendente in cui crediamo. Un Dio infinito ed al di là di tutte le cose. I Padri ci insegnano che questo avviene grazie alle Energie Increate di Dio. Cosa vuol dire? Vuol dire che non ci uniamo con l’essenza di Dio che rimane al di là della creazione ed impossibile da conoscere, ma con le sue Energie. Il Signore, pieno di Amore per l’umanità, non si è rinchiuso in una perfezione immobile, come qualche filosofo vuole farci credere. Il Dio della Bibbia ha creato il mondo con le sue Energie che, a differenza della sua Essenza, sono presenti nel mondo. Parimenti, con le sue Energie santificatrici, Deifica l’uomo. Se non ci fossero le Energie Divine, non ci sarebbero ponti tra l’Umanità e Dio, e la Theosis non sarebbe possibile. Il Cristianesimo diventerebbe un ideale morale, come purtroppo già è in certe comunità. Da qui la grande importanza della Sapienza tramandata dalla Tradizione dei Padri.

 

Attraverso quale percorso si vive a fondo la Theosis?

 La Chiesa, con i sacramenti, ci dona quella che possiamo chiamare la base di partenza.  Il percorso viene poi tracciato dalla spiritualità che la Chiesa insegna da secoli.

  • L’umiltà.

L’umiltà è una virtù fondamentale. Se non c’è l’umiltà si tende a centrare il proprio cammino spirituale su sé stessi, puntando solo sulle proprie forze.  Dio allora non può agire. Se elargisse la sua grazia, i risultati di questo dono verrebbero interpretati come opera dell’uomo e non del Signore. E la Divina Provvidenza non può permettere questo, perché ne risulterebbe un aggravamento dell’egocentrismo.

  • L’ ascesi

La prima ascesi consiste nel rispetto dei comandamenti. E’ il punto di partenza fondamentale. Per poter ospitare nel nostro cuore lo Spirito Santo nella sua pienezza e farsi santificare dalle Energie divine, il Nous deve essere purificato.  Le macchie che lo ostruiscono impedendo l’opera della grazia, sono le passioni. Dunque il Cristiano inizia con il battesimo un cammino. In pratica la Theosis viene conferita subito ma necessita del terreno buono per crescere e svilupparsi. Quindi la lotta contro le passioni rappresenta un aspetto centrale della Divinizzazione. Essa, grazie all’umiltà, si avvale della Grazia. I nostri sforzi, sostenuti dalla Grazia arriveranno a rendere limpido il Nous, dopo molta fatica, con il tempo dovuto e tanta, tanta pazienza. Soprattutto è importante nella ascesi l’abbandono in Dio. La fiducia nella sua opera, infatti, attira le energie santificanti di Dio. Con esse, lentamente, vengono sconfitte la vanità, l’avarizia, la lussuria, l’orgoglio, la rabbia, la gola, la pigrizia e tutte le altre passioni dell’anima.

 

3 – La preghiera e sacramenti

 Sul ruolo fondamentale dei sacramenti abbiamo già detto parlando della Chiesa. La Theosis inizia appunto col sacramento del battesimo e si sviluppa con la confessione, l’eucarestia e la preghiera. Quest’ultima svolge un ruolo fondamentale nella purificazione del Nous insieme con l’ascesi. Con la preghiera possiamo combattere e vincere non solo i nostri vizi, ma anche i pensieri malvagi, che tormentano la nostra anima. La preghiera della Chiesa contribuisce alla purificazione del cuore ed è preziosissima. La tradizione monastica ci consegna tuttavia una preghiera potente che è la preghiera di Gesù. Il suo aiuto diventa veramente importante,  quando essa matura e diventa preghiera del cuore. Con essa il Cristiano trova più naturale e facile il rispetto approfondito dei comandamenti e l’ascesi. Le tentazioni risultano inoltre “disinnescate”, perché i pensieri malvagi, grazie alla preghiera del cuore, si “scollano” dalle emozioni, e possono essere allontanati agevolmente. Tutto questo naturalmente si realizza nel tempo, e cresce a poco a poco, in base alla costanza ed alla fedeltà del credente.

 

L’esperienza della Theosis

La Theosis inizia qui nel tempo e nello spazio, con il Battesimo. Ma non è statica o completa, ed è una progressione senza fine, ininterrotta, attraverso tutta l’Eternità. Gli stessi santi continuano il perfezionamento della loro deificazione, oltre il secolo, nel Regno che li ha accolti. Della Theosis , tuttavia, possiamo fare esperienza.

  • Il pentimento

La prima grande manifestazione della Theosis è il pentimento dei propri peccati. Soprattutto possiamo parlare di Theosis quando il pentimento è accompagnato dalle lacrime. Nei passi successivi, l’illuminazione del Nous procede e genera nell’anima un intenso amore per Dio. Di nuovo le lacrime sono il segno della grazia, ma questa volta non per i propri peccati, ma di amore. Sono lacrime di gioia e di amore per Dio, di “Eros Divino”. Si piange baciando le reliquie, perché esse sono cariche della Grazia di Dio, che non è dispensata solo all’anima, ma anche al corpo. In questo secondo stadio, l’uomo viene distaccato dalle passioni, non è più tormentato dalla vanagloria, dall’ira, dalla avidità, dall’ orgoglio etc. . Questa padronanza dei propri impulsi permette la possibilità di acquisire una nuova visione del mondo. Questo secondo stadio della Theosis è chiamato “Theoria”, cioè “Visione” Visione Spirituale del mondo e di Dio.

 

2 – La visione della luce increata

Successivamente Lo Spirito Santo dona la visione della luce divina. Vi sono testimonianze che raccontano come la cella di San Basilio risplendesse di luce, in certe occasioni. Stessa cosa si descrive per San Paissios dell’Athos, e di altri ancora. E’ l’aureola che vediamo dipinta nei quadri dei santi, non solo in ambito ortodosso,  ma anche nel mondo latino.  Il corpo stesso, come già detto, viene coinvolto e diventa luminoso. Baciare le reliquie di chi ha ottenuto la Theosis ha il senso di comunicare a quella grazia che, appunto, ha riempito anche il corpo-.

 

 La theosis di uno è utile per tutti

 Non si deve pensare che la ricerca cristiana di una pienezza nella Theosis, riguardi soltanto chi la ottiene. L’uomo gratificato dalla Glorificazione irradia in tutta la Chiesa la Grazia ottenuta. Possiamo quindi dire che la Deificazione è al servizio di tutti e si comunica a tutto il corpo della Chiesa. Il monaco dell’ Athos, quindi, nella sua battaglia interiore, non è un egoista che pensa solo alla propria salvezza. Esso invece lavora duramente perché la Grazia si irradi su tutti i Cristiani.

 

Bibliografia

Archimandrite George – Abbot of the Holy Monastery of Saint Gregorios (Mount Athos)

Theosis, The true purpose of human life.

Editor: Holy Monastery of SainT Gregorios (Mount Athos)

CHI VOLESSE VISITARE L’ATHOS ENTRANDO IN CONTATTO CON I MONACI DI UN MONASTERO TRA I PIÙ VIVACI ED IMPEGNATI, PUO’ SCRIVERE A

[email protected]