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Una porta sul mistero

Durante la Santa Quaresima, prima della Domenica delle palme, nella Chiesa Ortodossa si festeggia la Domenica di Santa Maria Egiziaca. Dunque una santa a cui si dà molta importanza. Quello che veramente affascina è il perché di tanta attenzione. In fondo questa santa non è stata una martire, non ha vissuto in monastero, non ha fatto neanche una sola opera di carità. E’ vissuta da sola nel deserto per tanti anni. E questo è tutto. Ebbene, questa santa è una autentica porta aperta sul mistero della Chiesa. Ci dice cose che senza di lei nessuno avrebbe mai compreso. Ecco perché è tanto importante. Ma prima di addentrarci in questi misteri facciamo brevemente il punto sulla vita di questo faro del Cristianesimo.

 

Il Fiore del Deserto

 Santa Maria Egiziaca, come dice il nome, viveva in Egitto. Scappò di casa a 12 anni per menare una vita di desiderio senza freni. Non si faceva pagare, le piaceva. Dopo qualche anno, un giorno venne a sapere che a Gerusalemme si sarebbe adorata la Croce di Cristo. Volle andare anche lei e si imbarcò. Non mancò di continuare con le sue dissolutezze, anche sulla nave che la portava nella Città Santa, fino a quando si trovò davanti al tempio che custodiva la Croce. A quel punto successe qualcosa di inaspettato. Una forza misteriosa le impediva di entrare, e di andare a venerare la santa reliquia. Si andò allora a raccogliere nei pressi della chiesa. Dopo che ebbe ripensato a tutto, comprese che doveva pentirsi e cambiare vita.  Dopo il pentimento poté adorare la Croce di Cristo. Dunque fin qui una storia di conversione. Si ha un cambiamento. Maria si era resa conto di aver sbagliato l’oggetto del proprio desiderio. Dopo l’errore ancestrale di Adamo ed Eva, l’uomo ha perso il contatto con Dio e pertanto tende ad indirizzare il proprio desiderio, non più verso di Lui, ma su oggetti e persone del mondo. È purtroppo un errore frequente soprattutto da giovani, come accadde a Maria. La conversione rappresenta una medicina per questa malattia dell’anima. E la Santa, subito al mattino, corse a farsi medicare il cuore, con la confessione e l’eucarestia, il farmaco dell’immortalità. A quel punto Maria sentì dentro di sé, una voce che la invitava a passare il Giordano. Ella comprese di essere chiamata alla solitudine nel deserto, dove avrebbe trovato la pace. Visse colà per 47 anni, fino a quando fu ritrovata da San Zosima, a cui descrisse tutta la sua vita. Zosima, che era prete, la comunicò e la ritrovò in seguito morta.  Per approfondimenti sulla vita vedi il link in fondo all’articolo.

Maria aveva vissuto una vita di preghiera, combattendo per anni contro le impronte negative, che il suo passato aveva lasciato nella sua anima. Si era comunicata solo due volte, all’inizio ed alla fine della sua vita spirituale. Zosima rimase atterrito, quando la vide sollevarsi da terra mentre pregava. Tutto in lei appariva prodigioso. Come aveva fatto a sopravvivere nel deserto per tutti quegli anni?

 

Santa Fotina dimostra che nel deserto da soli si può stare

Ma davvero è esistita santa Maria Egiziaca? Come può una donna da sola, vivere in un territorio così ostile come il deserto, trovare acqua e cibo, e resistere a quelle temperature?

La dimostrazione “scientifica” che si può, ci viene da una replica quasi esatta. In tempi molto vicini a noi, una donna di Alessandria si imbarcò per andare a vivere all’Athos, travestita da uomo. A Gerusalemme cambiò orientamento (per fortuna) e decise di passare il Giordano, e vivere nel deserto come Santa Maria. Fu incontrata parecchi decenni dopo da un monaco, a cui descrisse la propria vita. Dunque è possibile. La vita di Santa Fotina è raccolta in un testo di cui diamo gli estremi in fondo all’articolo (Purtroppo è in Francese). D’altra parte, che la grazia dello Spirito Santo modifichi anche il corpo e lo renda resistente a stress molto rudi è cosa nota. Tutto il cristianesimo siriaco dei primi secoli ce lo racconta. Tuttavia, il turista, anche donna, che volesse vedere qualcosa del genere all’Athos, non ha che da prendere un battello, dei tanti a disposizione e visitare, dal mare, gli asceti di Kapsokalivia. Questi monaci se ne stanno in cellette larghe non più di 2 metri e profonde uno e mezzo circa, abbarbicati letteralmente alla roccia a picco sul mare, e ricevono il cibo da un paniere calato dall’alto. Una condizione di vita impossibile, ma …possibile. E questo è un primo insegnamento che ci dona la vita di Santa Maria Egiziaca: lo Spirito Santo oltre all’anima, può trasformare anche il corpo.

 

Con Santa Maria Egiziaca impariamo a guardare oltre il mondo sensibile

Ma c’è di più, molto di più. Guardiamo ancora a questa donna. Abbiamo detto che non è una martire, non vive in monastero, non fa opere di Carità. Ma allora che fa? Niente. Non fa niente. Beh! Ammattiamolo. Non ci va tanto giù. Con tutti i poveri che ci sono, lei non fa nulla. E poi l’apostolato…..quanti avrebbero beneficiato anche solo del suo esempio! E invece nulla. Santa Maria se ne sta da sola nel deserto, accanto al Signore, e prega. Basta. Ma quanto è necessaria questa santa! Ci serve come l’acqua ed il pane! Affannati come siamo a vivere anche nella fede, di materialismo. Abbiamo un bisogno estremo della sua cura gentile. Noi non ce ne accorgiamo, ma diamo valore solo a quello che si vede, si sente o si tocca. Dunque capiamo che accogliere i poveri e dar loro da mangiare, è opera santa. Predicare e fare apostolato, lo stesso. Ma facciamo fatica a riconoscere l’importanza di chi non fa nulla. Di chi si limita a pregare. Ma vediamo meglio cosa è successo a Santa Maria Egiziaca. Questa santa, con l’aiuto della grazia, ha riorientato il proprio desiderio. Dai corpi a Dio. Ha ritrovato l’oggetto vero ed originario del desiderio naturale. Da tutta per il sesso, è diventata tutta per Dio. Ha semplicemente vissuto a fondo il primo comandamento: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza” (Marco 12,29-30). Santa Maria Egiziaca ha amato. E solo questo il Signore ha voluto da lei.  Ha amato così tanto da fare a meno davvero di tutto. Nel più profondo del deserto. Solo lei e Dio. Con un cuore riscaldato, bollente, infiammato da un amore che è sentimento verso Colui che non si vede. Verso colui che non si sente, e nemmeno si immagina.  Eppure si ama di un sentimento autentico, profondo quanto inspiegabile. Quando anche noi, sia pure in scala ridotta, viviamo questo sentimento, ricordiamoci di questa grande santa. Esso è talmente importante che Dio ha gradito una intera vita dedicata solo a questo. Ad amare con il cuore in mano. In una danza appassionata nel deserto. Una avventura che ricorda a tutti i cristiani che la fede non è una convinzione ma è prima di tutto rapporto. Rapporto con Dio.

 

Il servizio di Santa Maria Egiziaca nella Chiesa

Ma andiamo più a fondo. Perché amare Dio è tanto utile? Ecco che ora tocchiamo un altro mistero. Il sentimento di amore per Dio, che è l’anima della Carità, è un dono dello Spirito Santo. Quando noi proviamo questo sentimento, non siamo soltanto noi ad amare. In realtà noi rispondiamo, senza accorgercene. Esso è il segno che il Signore stesso ci sta guardando. Quell’Amore di cui si riempie il nostro cuore, è semplicemente l’effetto della luce intellegibile di Dio su di noi. Di quella luce, cioè, che essendo soprannaturale, non si vede. Essa tocca il vertice del nostro cuore, l’intelletto o “Nous”, (ecco perché intellegibile). L’effetto di questo tocco, non è una “sensazione”, ma appunto un sentimento forte e sincero di Amore per Dio. Dunque una Luce invisibile ed intensa, una Luce spirituale e soprannaturale, ha investito Santa Maria Egiziaca per anni ed anni. E questa luce si è diffusa su tutta la Chiesa. Come?

 

San Paolo e l’esempio del corpo

Troviamo la spiegazione nella Prima lettera di San Paolo ai Corinzi, al capitolo 12: “Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l’udito? Se fosse tutto udito, dove l’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto”.   Dunque, la Chiesa, formata da tutti i battezzati, è un invisibile corpo formato da molte membra, proprio come l’uomo. Ogni membra ha la sua funzione, e come San Paolo dirà nei versetti successivi, tutte con pari dignità. Ora, il Signore ha assegnato a Santa Maria Egiziaca il sacro compito di essere Occhio. Un occhio che permette alla luce di passare ed illuminare così tutto il corpo, come dice il Vangelo (Matteo 6,22-23). Tutta la Chiesa quindi, beneficia della Grazia Divina, della Luce Spirituale, grazie a quell’occhio limpido e trasparente, rappresentato da Santa Maria Egiziaca. E di quella grazia beneficiamo anche noi, oggi. Si perché i Santi operano al di là del tempo e dello spazio. Noi stessi siamo uniti non solo alla chiesa che vive oggi, nel tempo, ma anche agli angeli, ai santi ed ai defunti.

 

Una porta aperta sul mistero della Chiesa

Ecco perché Santa Maria Egiziaca è una porta aperta sul mister della chiesa. Perché per il fatto stesso che è esistita, noi possiamo renderci conto che la Chiesa è un corpo invisibile, che va oltre lo spazio ed il tempo. Ecco il mistero: noi tutti battezzati, siamo uniti in qualcosa di invisibile, ma efficace. Essa è qualcosa di concreto, non è una “idea” comune, come in un partito. E’ qualcosa che ci fa vivere la Grazia senza necessariamente avere un contatto o stare insieme fisicamente. Ce lo ha dimostrato Santa Maria Egiziaca, che addirittura, per farcelo capire meglio, ha vissuto tutta la vita nel deserto da sola. Da sola, ma insieme con tutti noi. Quello che ha vissuto da sola è arrivato anche a noi, sotto forma di gioia e pace. Non solo, ma anche tutto ciò che ha vissuto allora arriva anche a noi oggi.  Ma non è incredibile? Pensiamoci un po’. E’ veramente straordinario. Siamo tutti collegati da fili invisibili, che non conoscono né lo spazio né il tempo. E’ difficile davvero da capire, ma è insieme straordinario.

 

Conclusioni

Come abbiamo visto, è bastato appena fare capolino sul senso profondo della santità di Maria Egiziaca, per trovarci di fronte a più di un mistero. Al mistero della Chiesa come corpo invisibile, al mistero della Intercessione, al mistero del valore della solitudine consacrata. E questo è solo l’inizio. Guardiamo dunque con fiducia, all’irraggiamento luminoso di questa grande santa, e sentiamoci uniti alla Chiesa che ce l’ha fatta scoprire.

 

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IL FIORE DEL DESERTO

https://adoratori.com/il-fiore-del-deserto/

 

Per maggiori informazioni sulla vita di Santa Maria Egiziaca:

http://www.ortodossia.it/w/media/com_form2content/documents/c17/a2103/f255/Vita%20di%20s.%20Maria%20l’egizia.pdf

 

Per conoscere la vita di Santa Fotina (In Francese):

Joachim Spetsieris, SANTE PHOTINE L’ERMITE, ed. l’age d’homme.

 

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