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Adoratori in Spirito e Verità lo sono tutti i sinceri Cristiani. Tuttavia la Scrittura può avere molti significati, ed allora crediamo sia possibile identificare tra gli adoratori in Spirito e Verità, un piccolo gruppo di credenti che sentono di avere una chiamata a seguire in modo speciale il Signore. Si tratta di un discepolato e della ricerca di una profonda unione con Lui, che si realizza in una vita religiosa, di fatto, solitaria. Di solito questa ricerca spirituale viene vissuta nel mondo da soli o in famiglia, solidamente radicata nella Verità trasmessaci dalle scritture e dalla Tradizione dei Padri. In un’altra parte del sito verrà esposto, in dettaglio, quanto sopra descritto. Qui si intende soffermarci soprattutto sull’aspetto “Solitudine”.

Qualche rigo sopra è stata formulata una apparente contraddizione: ci sarebbe chi vive una vita religiosa solitaria ma…in famiglia. Bisogna dunque chiarire.

Chi scrive si è trovato da giovane a dover risolvere una sorta di enigma. Alla chiamata inconfondibile del Signore, fece seguito un bellissimo soggiorno di un mese nel deserto.

Una esperienza indimenticabile, che si ripresentava nel cuore di quando in quando, sotto forma di una immagine di una grotta solitaria, nel deserto, che si accompagnava ad un’intima, profonda e pacifica gioia. Cosa voleva dire? Un mistero, dal momento che anche solo provare una vita eremitica, non poteva rappresentare un percorso plausibile. Non vi erano comunità nel deserto accessibili in quel momento. Tutto sembrava misterioso. Eppure il Signore con quella immagine voleva dire qualcosa. Ma per capire questo qualcosa fu necessaria una purificazione, lunga e dolorosa, che aprì la porta al senso simbolico di quella immagine. Senso simbolico che in un primo tempo era stato considerato solo intellettualisticamente. Lo Spirito chiamava ad una solitudine con Dio, vissuta nella vita quotidiana, attraverso un serio, profondo e prolungato rapporto personale con Lui. Da quel raccoglimento silenzioso, il senso di quella vocazione, si irradiava nel lavoro e negli incontri di tutti i giorni. Si cominciò a capire che cosa vuol dire solitudine contemplativa per un laico.

Vi è infatti una forma di preghiera di grande importanza, caratterizzata dalla vita liturgica della chiesa.  I preti e qualche laico, recitano le preghiere previste alle varie ore liturgiche, da soli, oppure nella comunità parrocchiale. Nei conventi suore e frati, tendono a vivere la liturgia in forma più completa, ed infine i monaci le monache vivono in pieno questa forma di orazione, dedicandovi molte ore. Nei monasteri ci si impegna in un canto non di rado bello, quanto elaborato.  In quasi tutte queste condizioni si ha una preghiera ATTIVA, cioè si decide di recitare o di cantare  delle orazioni. Inoltre essa è CORALE, realizzata cioè spesso (ma non sempre) da più persone, che partecipano contemporaneamente. Nella sua forma più completa, la liturgia viene cantata da cori diversi, con parti specifiche che si alternano.

Gli adoratori, al contrario, sono SOLI CON DIO. Possono anche vivere in famiglia, ma generalmente, (ci sono eccezioni), nel tempo dedicato a stare con il Signore, si è da soli. Da soli ma con il cuore rivolto alla presenza di Dio. Paradossalmente si è da soli anche se si è in due, perché quel tipo di rapporto spirituale col Signore, ciascuno lo vive da solo. Gli Adoratori in Spirito e Verità obbediscono a Gesù, che nel Vangelo di Matteo al Capitolo 6 v. 8 dice:”…Tu invece quando preghi entra nella tua camera  e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto….”. E’ in questo senso quindi che si parla di solitudine. Si direbbe di inevitabile solitudine. Qui la preghiera non è più attiva ma si fa passiva. Si ascolta in silenzio la “Presenza”.

Vi è poi una solitudine dell’adoratore, che rappresenta una forma di ascesi passiva. Non liberamente scelta. Si tratta di incomprensioni, difficoltà nello spiegare quello che si sta facendo, critiche aperte, a volte isolamento nel proprio gruppo ecclesiale.  Si tratta di qualcosa di altrettanto inevitabile, quanto la prima forma di solitudine sopra descritta.  In altra parte del sito, vi sarà una meditazione interamente dedicata a questi aspetti. Per ora basti dire che queste solitudini sono descritte da tutti i santi, e fanno parte della storia millenaria della Chiesa. Una meditazione sarà poi specificamente dedicata ad uno dei due santi protettori di questo sito , Santa Maria Egiziaca, che visse diversi decenni da sola nel deserto.  Questa Santa ci insegnerà le implicazioni Teologiche ed Ecclesiali della Solitudine per Dio.

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